Università dell'Aquila, altri tre anni
per uscire dall’emergenza sisma

Paola Inverardi (Foto Vitturini)
di Stefano Dascoli
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Sabato 4 Luglio 2015, 10:06
L'AQUILA - L’Università dell’Aquila e il Miur (Ministero istruzione, università e ricerca) hanno rinnovato per ulteriori 3 anni l’accordo di programma, unico in Italia, sottoscritto all’indomani dell’emergenza sisma.



I contenuti sono stati presentati ieri dalla rettrice Paola Inverardi. «Come sta l’Università? Ci sentiamo piuttosto bene» ha scherzato riferendosi alle polemiche sul presunto tracollo, in particolare in riferimento agli iscritti.



LA NORMALITÀ - L'accordo siglato con il ministro Giannini ha l’obiettivo di far rientrare l’Università aquilana, nel 2018, nel normale meccanismo di calcolo del fondo di funzionamento ordinario, la principale voce di entrata statale per gli atenei. L’intesa ricalca i paletti già fissati dopo il terremoto. Per quanto riguarda il fondo di funzionamento ordinario, il precedente accordo prevedeva il mantenimento di una quota fissa, quella stanziata nel 2008 (64 milioni). Nella nuova intesa si inserisce il criterio del costo standard per studente, ovvero in base agli iscritti regolari al secondo anno di corso. In più, in caso di diminuzione rispetto allo scorso anno, è stata fissata una clausola di salvaguardia ad hoc rispetto agli altri atenei italiani in modo da attutire maggiormente l’eventuale calo degli stanziamenti.



L’ESENZIONE - Per quanto riguarda le tasse, invece, è stato introdotto un meccanismo di premialità rispetto all’esenzione totale del precedente accordo che garantiva, sostanzialmente, un contributo di 14 milioni. Il criterio tiene conto della situazione reddituale e dei crediti maturati dallo studente. In più, non essendo chiara la proiezione degli introiti per il ritorno della tassazione, il Ministero è pronto a coprire la differenza per arrivare ai 14 milioni, in misura graduale: fino a 7 milioni quest’anno, fino a 6 l’anno prossimo, fino a 5 per il 2017. Un modo per arrivare a tarare un equo ritorno alla tassazione e certezze di bilancio. Confermata anche la terza misura, i contributi per gli affitti, associati però a un piano di dismissioni. Per quest’anno ci sono 2,5 milioni.



I NUMERI - Infine il capitolo più contestato, gli iscritti. Al 30 giugno sono 23.130, di cui 22.330 senza post laurem. Non è definitivo. L’anno scorso il dato complessivo arrivò a 26.410, di cui 24.982 ai corsi di laurea. La Inverardi sostiene che è lecito attendersi, quest’anno, 23.500 studenti e 22.600 senza le magistrali. La rettrice sostiene che le previsioni dell’Ateneo prevedevano almeno un migliaio di studenti in meno. Ha legato, poi, questi dati al calo dei docenti (dai 657 del 2008 ai 534 attuali). Gli immatricolati sono passati dai 6.610 del 2005/2006 ai 4.741 attuali, un -28,3% comunque inferiore al totale Teramo-Chieti (-51,6%) e Abruzzo (-45,2%).



I RISULTATI - La rettrice ha sottolineato alcuni importanti risultati raggiunti nell’ambito del piano strategico: la riduzione degli abbandoni, l’aumento degli studenti attivi, i premi per alcuni importanti progetti di ricerca, l’interazione con le realtà produttive del territorio.
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