Ricostruzione L'Aquila: sequestro
beni per 1,8 mln a imprenditori

Ricostruzione L'Aquila: sequestro beni per 1,8 mln a imprenditori
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Sabato 25 Aprile 2015, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 12:35
L'AQUILA - I Finanzieri del Comando Provinciale dell'Aquila, in applicazione della normativa antimafia, hanno eseguito il sequestro di beni per circa un milione 800 mila euro riconducibili a imprese legate all'imprenditore casertano Alfonso Di Tella e a suo famigliari. Da anni trapiantato all'Aquila, Di Tella fu arrestato, tra gli altri, insieme ai figli Cipriano e Domenico, nell'ambito dell'inchiesta «Dirty job» nel giugno 2014. Le indagini fecero emergere un'infiltrazione nella ricostruzione post sisma terremoto di imprese edili «aventi elementi di possibile contiguità con la consorteria criminale di stampo camorristico denominata 'clan dei Casalesì». Alfonso Di Tella e i figli, insieme a colleghi aquilani finiti nei guai nella stessa indagine, «si erano progressivamente affermati nel business della ricostruzione privata, quella caratterizzata da affidamenti diretti, cioè senza gara, fatti dagli stessi proprietari degli immobili danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009». Il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (Gico) del Nucleo Polizia Tributaria dell'Aquila, coordinato e diretto dal Procuratore della Repubblica e distrettuale antimafia, Fausto Cardella, e dal sostituto David Mancini, ha eseguito ulteriori indagini per accertare tenore di vita, disponibilità finanziarie e, più in generale, consistenza patrimoniale dei soggetti indagati, esaminando le attività economiche esercitate dai medesimi, per individuare le lecite fonti di reddito. Al termine dello screening patrimoniale è emersa la disponibilità, anche indiretta, in capo ai suddetti, di numerosi cespiti di valore sproporzionato rispetto al reddito lecito dichiarato, da ritenersi quindi frutto e/o reimpiego degli illeciti guadagni.
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