Ricostruzione dell'Aquila, altra bufera
sfruttamento di manodopera
e riciclaggio: arrestate sei persone

Ricostruzione dell'Aquila, altra bufera sfruttamento di manodopera e riciclaggio: arrestate sei persone
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Giovedì 30 Luglio 2015, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 09:57
L'AQUILA - Dalle prime ore del mattino i Carabinieri del Comando provinciale dell'Aquila stanno dando esecuzione ad una serie di ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento e allo sfruttamento di flussi di manodopera provenienti dall'est Europa, utilizzata nella ricostruzione post terremoto.



Si tratta di imprenditori ed intermediari residenti in Abruzzo e Romania. L'indagine transnazionale è coordinata dalla Procura distrettuale presso il Tribunale dell'Aquila. Per la prima volta all'Aquila, nello scenario della sua difficile e sofferta ripresa, è stato contestato agli arrestati anche il reato di autoriciclaggio recentemente introdotto dalla Legge Grasso.



LE MINACCE - Operai minacciati, intimiditi, a causa del loro stato di bisogno lavorativo. Secondo quanto accertato, tutto cio' sarebbe avvenuto attraverso la sistematica retribuzione in modo palesemente difforme ai contratti collettivi nazionali, "considerando la sproporzione tra quantita' e qualita' del lavoro prestato e retribuzione percepita", con sistematica retribuzione al di sotto dei tetti salariali di categoria per la corresponsione ad un salario giornaliero di 50 euro a fronte di una giornata lavorativa di 10 ore (al posto delle 8), salario che Otescu (uno degli arrestati nell'ambito dell'operazione Social Dumping) corrispondeva agli operai pur ricevendo una somma di 110 euro per ciascuna giornata lavorativa del singolo operaio dalle ditte che parimenti sfruttavano l'attivita' lavorativa sostenendo un costo del lavoro pari a circa il 50 per cento di quello che avrebbero dovuto sostenere in caso di utilizzo di un lavoratore regolarmente assunto. Ulteriori illegalita' sono state riscontrate, oltre che nella violazione dell'orario di lavoro, nel riposo settimanale, nella malattia, nelle ferie nella mancata retribuzione del lavoro straordinario, dei giorni non lavorativi per festivita', ferie, malattia, condizioni meteorologiche avverse, con "necessita' da parte degli operai di recarsi sul luogo di lavoro anche in condizioni di salute precarie". Sotto la lente di ingrandimento anche la situazione alloggiativa degli operai "particolarmente degradanti" sistemati presso appartamenti dove venivano stipati fino a nove persone e la mancata regolarizzazione della posizione sanitaria con la conseguente impossibilita' per gli stessi operai di fruire dell'assistenza sanitaria, tutto cio' nella piena consapevolezza da parte degli arrestati, dello stato di bisogno degli operai.



I NOMI - Le persone raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'attivita' denominata 'social dumping sono: Antonio D'Errico detto 'Tonino' 59 anni, residente a Tortoreto (Teramo); Nicolae Otescu detto 'Nico' di 46 anni, cittadino romeno residente a Lugoj (Romania); Francesco Salvatore di 56 anni di Pettorano sul Gizio (L'Aquila), residente a Sulmona; Panfilo Di Meo di 52 anni di Sulmona; Giancarlo Di Bartolomeo di 49 anni di Teramo; Massimo Di Donato di 63 anni, anche lui di Teramo. Tra le diverse misure cautelati adottate, il Gip del Tribunale dell'Aquila, Guendalina Buccella ha disposto per gli ultimi quattro la detenzione per soli due mesi. Successivamente, la misura prevede i domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. Infine disposto anche il divieto di esercitare l'attivita' imprenditoriale.
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