Molti di coloro la cui posizione è stata archiviata ha già presentato il conto della propria difesa legale all’Emiciclo visto che l’indagine nasceva per un presunto uso improprio delle risorse pubbliche nell’esercizio del proprio mandato amministrativo. Ora invece affiora il secondo troncone dove ci sarebbero state presunte spese anomale, che per la legge però non si sono tramutate in ipotetiche violazioni penali come ad esempio quella che riguarda il peculato. Sì, perchè a un certo punto si era proprio vociferato di almeno una decina di ipotesi di iscrizione al registro degli indagati proprio per peculato ma poi, evidentemente, non se ne è fatto più nulla.
IL LAVORO DI PESCARA
Il sostituto procuratore David Mancini, a seguito delle indagini portate avanti dal nucleo investigativo del Reparto operativo dei carabinieri di Pescara, agli ordini di Giovanni Di Niso, ha chiesto l'archiviazione del fascicolo penale nei riguardi dei consiglieri regionali che hanno chiesto ed ottenuto rimborsi spese per un ammontare che sfiora i 700 mila euro in un periodo che abbraccia il 2009, 2010, 2011 e 2012. Secondo fonti investigative, la decisione del pubblico ministero non fa altro che prendere atto della Legge regionale del 1972, la numero 25. “I contributi – recita la norma – possono essere impiegati per l'organizzazione ed il funzionamento del gruppo ed in particolare per: l'acquisto di giornali, riviste e pubblicazioni varie, testi, supporti informativi ed audiovisivi; redazione, stampa e diffusione di manifesti, giornali, periodici, saggi, etc, editi dal Gruppo; spese di rappresentanza e di ospitalità in occasione di iniziative promosse dal Gruppo di cui al punto (f); spese postali, telefoniche e telegrfiche”. Nell'elenco al punto (e) figurano rimborso di spese, sostenute dai consiglieri per lo svolgimento delle attività del Gruppo di appartenenza purchè autorizzato dal presidente del Gruppo stesso e documentate”.
L’ORGANIZZAZIONE DI CONVEGNI
Al punto (f) figurano rimborsi per “l'organizzazione e partecipazione a convegni, riunioni, manifestazioni, incontri ed iniziative attinenti a temi di interesse regionale; acquisto di beni mobili e di materiale d'ufficio; acquisto e noleggio e manutenzione di automezzi di proprietà; ricerche, collaborazioni, sia continuative che occasionali e consulenze professionali; infine oneri per il funzionamento decentrato del Gruppi”.
Una legge non più in vigore (quella varata dopo il 31 dicembre è più stringente) ma a tutti gli effetti a “maglie larghe” nelle quali è stato facile chiedere ed ottenere i rimborsi per le spese sostenute, senza incappare in guai giudiziari. Un malcostume a tutti gli effetti, dato il periodo di criasi che la magistratura a seguito delle indagini, “consegna” di fatto alla riflessione degli elettori. La Procura dell'Aquila ha già trasmesso alla Corte dei Conti il fascicolo con lo scopo di approfondire la sussistenza di eventuali anomalie negli aspetti legati alla rendicontazione.
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