Arde il fuoco della 721a Perdonanza
giochi di luce a San Bernardino
I tedofori e la loro fuga disperata

Arde il fuoco della 721a Perdonanza giochi di luce a San Bernardino I tedofori e la loro fuga disperata
di Antonella Calcagni
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Lunedì 24 Agosto 2015, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 10:36
L'AQUILA - La fiaccola della Perdonanza numero 721 illumina idealmente anche il buio profondo di quel mar Mediterraneo, tomba di troppi uomini che volevano solo dimostrare che un'altra vita, lontana dalle guerre, era davvero possibile.



Anticipa idealmente il Giubileo della Misericordia, voluto da Papa Francesco, l'edizione di quest'anno dedicata all'integrazione. A scortare il fuoco di Celestino fino al sagrato della basilica di San Bernardino (nuova location), mettendola insieme nelle mani del sindaco, sono stati ieri sera due tedofori d'eccezione, Samuel e Iddriss; il primo Nigeriano, di fede musulmana, il secondo, emigrato dal Ghana, di fede cristiana. Entrambi in fuga dai conflitti, dalla miseria e dall'intolleranza religiosa e ospiti del movimento Celestiniano di piazza D'Armi. Samuel era calciatore in Nigeria e sogna di esserlo anche in Italia, ricorda quel giorno maledetto dell'incontro con una tribù che voleva iniziarlo alla criminalità organizzata, il suo rifiuto, la vendetta del clan malmenando la madre, poi la fuga. Il suo viaggio, costato un occhio della testa, in una barca che sembrava un pallone per quanta gente conteneva, è durato 2 giorni dalla Libia.



IL LUNGO VIAGGIO - Simile il viaggio di Iddriss, orfano e adottato da uno zio che non aveva cibo a sufficienza per tutti. Il ragazzo aveva trovato un lavoro in un lavaggio auto mal pagato e minacciato di morte se avesse deciso di andare via. Unica soluzione: la fuga attraverso il Mediterraneo passando per la Libia. Il tema dell'integrazione è stato affrontato in occasione della serata inaugurale anche dal sindaco Massimo Cialente: «Questa edizione - ha detto - cade in un particolare momento rispetto ai valori dell'umanesimo in cui ci vediamo proiettati indietro nella storia: nonostante la globalizzazione, milioni di persone sono ancora costrette a fuggire per cercare una speranza di vita. Episodi ai quali, purtroppo noi occidentali stiamo rispondendo alzano dei muri». Il sindaco ha sottolineato anche come questa Perdonanza acccentui il legame forte con i fondatori e ancora l'importanza del riconoscimento dell'Unesco a novembre; «un risultato che si deve agli aquilani che hanno saputo riappropriarsi della loro manifestazione subito dopo il sisma». Sul palco, prima dell'accensione del tripode che ha inaugurato il Perdono, anche Dino Pepe in rappresentanza della Regione (notata l’assenza di D’Alfonso), il presidente della Provincia De Crescentiis e l'arcivescovo e Petrocchi. Gli aquilani, numerosi, hanno dimostrato di gradire la nuova location, molto suggestivo anche lo spettacolo di luci e suoni che ha fatto danzare la facciata di San Bernardino al ritmo della musica.
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