Ma, nel giorno della vittoria di Mattarella, Marini ha vivi i ricordi anche sulle presenze in Abruzzo dell’amico Sergio, quando l'ex ministro della Difesa era il vice di Massimo D'Alema a Palazzo Chigi, nel primo governo a guida post comunista della storia repubblicana: «Allora io ero segretario del Partito popolare», ricorda Marini, che per discrezione non vuole aggiungere di più a una pagina in realtà ricca di aneddoti, anche divertenti. La prima volta di Sergio Mattarella in Abruzzo fu nel '98, per la Festa dell’Amicizia sulla neve, a Roccaraso, proprio su invito di Marini, che guidava il partito. Seguì una serata all’insegna dei buoni vini d’Abruzzo, di cui Marini è un cultore, con base nella sede degli alpini a Barisciano, presente l’allora dirigente dei Ds Fabio Mussi.Secondo appuntamento l’anno dopo, sempre per la Festa dell’Amicizia, sempre a Roccaraso. Con un salto, a manifestazione conclusa, a San Pio delle Camere, il paese d'origine di Marini, per una serata tra amici di quelle che piacciono all’ex presidente del Senato: una serata incentrata sulla sfida tra vini abruzzesi e sardi, vinta da Marini stappando un eccellente Valentini su Oliviero Diliberto, a quel tempo segretario dei Comunisti italiani e ministro della Giustizia, che pure si difese con un Cannonau doc. Alla serata erano presenti altri politici abruzzesi, i più legati a Marini, da Carmine Martino a Bernardo Mazzocca. Una sorta di sfida enogastronomica alla Peppone e Don Camillo, cui Mattarella partecipò con grande divertimento, stando ai racconti di chi era presente.
Ora il destino del nuovo presidente della Repubblica va ad incrociarsi con quello di un altro abruzzese doc, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini. Tra i poteri del capo dello Stato c'è infatti quello di presiedere l'organo di autogoverno della magistratura, per cui c'è da ipotizzare che, fra i due, i contatti saranno strettissimi e quasi quotidiani, come è avvenuto in questi mesi tra Legnini e Giorgio Napolitano. Probabilmente, anche il governatore Luciano D'Alfonso farà di tutto per portare in Abruzzo il nuovo Capo dello Stato, quando questo sarà possibile. Ma il protocollo, questa volta, impedirà i gustosi retroscena di cui è stato testimone e geloso custode Franco Marini, il vecchio leone che da ieri sera può godersi un altro successo: si è battuto per Mattarella, come ha confessato un altro dei suoi discepoli, Beppe Fioroni, ha speso tutto il suo prestigio, e Mattarella ha vinto.
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