Festival della Montagna all'Aquila
un successo con 20 mila appassionati

Un momento del festival
di Stefano Castellani
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Lunedì 5 Ottobre 2015, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 09:52

L'AQUILA - Un altro successo. Anche la seconda edizione del Festival della montagna, che si è conclusa ieri sera al parco del Castello cinquecentesco, ha richiamato oltre 20mila persone all’evento di altura più a Sud d’Europa.

Una formula vincente che ha visto numerosi momenti ludici riservati alle attività che si possono svolgere sugli rilievi, con quelli dedicati a degli incontri per riflettere sui temi dello sviluppo sostenibile, della tutela e della valorizzazione del patrimonio naturale. La manifestazione ha voluto dimostrare il potenziale della montagna aquilana.

LA FORMAZIONE - «È ormai una formula vincente il Festival - ha commentato ieri Igor Antonelli di GranSasso Anno Zero promotore dell’evento - visto che è stato utile ampliare quest’anno gli spazi per ospitare tutte le persone che hanno voluto assistere alla nostra manifestazione».

Oltre a numerosi visitatori provenienti fuori dall’Abruzzo, gli organizzatori hanno fatto conoscere la montagna anche ai ragazzi aquilani. «Abbiamo voluto colmare questo gap - ha aggiunto Antonelli - perché le nostre cime non sono conosciute da diversi concittadini. Il nostro intento è far capire che ci sono alcune attività che si possono fare anche senza utilizzare gli impianti che hanno un costo alto. Ad esempio, la mountain bike, l’arrampicata e lo slackline. Non da meno è lo sci alpinistico indossando la pelle di foca sotto gli sci e avendo con sé il dispositivo di sicurezza Hartva. All’interno di GranSasso Anno Zero è nata l’associazione Skialpdeiparchi che ha organizzato sedici manifestazioni nell’Appennino Centro Italia, in Abruzzo, Molise, Lazio e Marche».

Al Festival non poteva mancare il dibattito sui nuovi impianti sul Gran Sasso. «Noi vogliamo che ci sia un tavolo - ha spiegato Antonelli - dove possono intervenire tutti i soggetti interessati anche chi ha indetto il referendum per uscire dal Parco. Insomma no a decisioni calate dall’alto. GranSasso Anno Zero vuole che la montagna rimanga all’interno del Parco anche se siamo contrari al progetto di Invitalia per la realizzazione della nuova seggiovia delle Fontari, perché è stato super stimato il numero degli visitatori che utilizzeranno la struttura. Nemmeno in Val di Fassa la seggiovia è usufruita da 4.500 persone».

Comunque Antonelli tira le orecchie al Parco: «Questo ente però non può rimanere fermo alle posizioni di 30 anni fa. Ci vuole una visione nuova: l’Appennino è antropizzato tre volte di più delle Alpi. Il nostro obiettivo è che venga prima ristrutturato tutto quello già presente. Alle seggiovie ora non c’è un gancio per portare le mountain bike in quota. Continuare, già ci sono i finanziamenti regionali, per la sentieristica e poi costruire una rete. Aumentare i rifugi ed effettuare un restyling in quelli già presenti. Ricordo che al rifugio Franchetti non ci sono i servizi igienici. Insomma ripristinare prima il vecchio».

Tornando alla parte ludica del Festival, ieri sera ha riscosso un grande successo Antoine Le Menestrel che ha presentato una danza verticale su una parete del Forte Spagnolo. Il pioniere francesce dell’arrampicata sportiva e poi della contaminazione, tra danza e arrampicata, è una figura tanto celebre quanto unica nel panorama sportivo e artistico. Grande successo ha riscosso anche la presentazione del volume Alpini d’Abruzzo di Stefano Ardito. Il volume racconta e illustra in sintesi la storia degli Alpini d’Abruzzo dalla loro fondazione a oggi, compreso un ricco reportage dell’Adunata dell’Aquila svoltasi dal 15 al 17 maggio 2015

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