Dennis Hopper, da Easy Rider alla Gagosian Gallery: le foto dell'attore in mostra a Roma

Dennis Hopper, da Easy Rider alla Gagosian Gallery: le foto dell'attore in mostra a Roma
di Valentina Bruschi
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Giovedì 23 Ottobre 2014, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 16:43

"Parlare di libertà e essere liberi sono due cose diverse", affermava Billy, personaggio cult interpretato da Dennis Hopper (1936-2010) in “Easy Rider”, film diretto dallo stesso attore trentenne alla sua prima regia nel 1969, manifesto della controcultura giovanile.

Artista dalla personalità eclettica, Hopper è noto soprattutto per le sue interpretazioni cinematografiche di grande rilievo, e meno per la sua passione di sempre: la fotografia. Amava ricordare che era stato proprio James Dean, sul set di “Gioventù bruciata”, nel 1955, a suggerirgli di iniziare a fotografare, notando la sua spiccata capacità di osservazione.

Da quel momento la macchina fotografica divenne inseparabile – quanto la sua motocicletta – portandola sempre con sé, per immortalare momenti di pausa sul set, feste private, viaggi “on the road”, manifestazioni politiche e non solo.

Fino all’8 novembre, la Gagosian Gallery di Roma (Via Francesco Crispi 16, aperta dal martedì al sabato dalle 10:30 alle 19:00) dedica a Hopper una mostra personale, dal titolo “Scratching the surface”, sottolineando la volontà dell’artista di scavare nel reale, attraverso la fotografia, andando al di là della superficie delle cose.

In mostra oltre cento foto “vintage”, originali dell’epoca che raccontano due decenni di storia americana attraverso ritratti di artisti, musicisti e attori, tutti amici di Hopper. Egli stesso fu protagonista della scena artistica americana tra gli anni Sessanta e Settanta, decisiva per lo sviluppo dei linguaggi contemporanei.

Con uno sguardo intimo e familiare, l’artista ha ritratto diversi personaggi entrati poi nel mito: da James Brown a Ike e Tina Turner (mentre lui suona e lei si occupa di faccende domestiche), i Jefferson Airplaine, i Grateful Dead, Niki de Saint Phalle che completa un’opera, Andy Warhol che si nasconde dietro ad un fiore, fino alla celebre fotografia di Robert Rauschenberg che mostra la lingua sulla quale ha stampato la frase "ricordo del matrimonio di Claes Oldenburg".

Ancora, immagini di momenti epici della storia degli USA, che hanno avuto importanti ripercussioni nella storia mondiale, come le marce per i diritti degli afro americani, gli hippies, il volto di JFK ripreso dal telegiornale del 22 novembre del 1963, che annunciava il suo assassinio, condensazione di un attimo televisivo, “l’immagine dentro l’immagine”.

Una sezione a parte è la serie di scatti dal titolo Drugstore Camera, scattate a Taos, New Mexico, dove Hopper decise di stabilirsi dopo la produzione di “Easy Rider” e dove ha voluto essere sepolto.

Vediamo una carrellata di amici e familiari, ma anche nudi femminili, interni e nature morte composte da objets trouvés. Queste fotografie, realizzate con macchine semplici e sviluppate nei laboratori di stampa che si trovavano sul retro dei drugstore americani – come ci ricorda il titolo - sono più immediate e l’occhio dell’artista si fa più intimo e forse, più intenso.