In tempi di rap (il successo della generazione hip hop va facendosi largo anche in Italia), si ripropone Piotta, al secolo Tommaso Zanello, quasi un pioniere del genere negli anni 90 con il Supercafone, tormentone che segnò l'estate del 2000 e che poi ha continuato a navigare sul fronte della scena alternativa.
E, stavolta, il rapper romano (romano di Montesacro), che è venuto a trovarci al Messaggero, si presenta con un album (l'ottavo della sua carriera) Nemici, chiara dichiarazione antagonista, parola che perfino nel logo scelto sulla copertina, fa chiaramente il verso ad Amici, il talent musicale capostipite, contro cui Piotta si rivolge esplicitamente. «Si vince o si perde morte o vittoria, ma l'isola lontana mica è Cuba non c'è gloria» canta, riferendosi insieme ai meccanismi del programma di Maria De Filippi e all'Isola dei famosi, dove venne invitato e rifiutò: «C'è andato Valerio Scanu e questo ti dice come funziona Amici», spara.
Punta al bersaglio secco, a volte ci riesce, altre no, quando l'ambizione non è pari al risultato. Ma va avanti per la sua strada, con determinazione. E, stavolta, ha provato a fare il passo della maturità con un disco in cui ha convocato un bel po' di ospiti. A cominciare da Afrika Bambaata («il vero fondatore del linguaggio hip hop», lo definisce) e poi Captain Sensible, cantante, chitarrista punk rock (con Wot!Capitano, mio capitano), il collega romano Brusco, i Modena city rambler (colleghi nel gusto antagonista). Quanto ai pezzi oltre a Nemici, che apre, c'è una dedica romana in 7 vizi capitale (dove la città è definita «santa e dissoluta»), un brano dedicato alle donne di taglia forte BBW («La mia dolce metà è alta 1,50, taglia 50, anni '50, Veste anni '50. La metà di Piotta per l'appunto è 50»).