Un quesito a cui è difficile rispondere, considerata la natura contraddittoria dell’uomo che, se da un lato condanna l’inganno, dall’altro ne fa largo uso, giustificando il suo comportamento scorretto con la necessità di sopravvivere alla società moderna. L’uomo è, infatti, l’unico essere vivente ad avere una straordinaria capacità di mentire e dissimulare: lo fa per arricchirsi, per invidia, per difesa o per divertimento. La menzogna ha guidato intere nazioni: con notizie false o - se vogliamo essere meno severi - scarsamente limpide si è corrotta l’opinione pubblica e si sono confuse le masse.
Cercare di capire da dove parte un atteggiamento così falso e, al contempo, naturale, è senza dubbio affascinante; e mentre i musei e le mostre mettono al bando le opere false e le copie, al Castello di Verrone di Biella è stato da pochi giorni aperto il Falseum. Museo del falso e dell’inganno.
Lo spazio espositivo biellese non è quello che sembra dal titolo. Qui non vedrete di certo falsi di Vermeer, Rembrandt o El Greco «fatti in soffitta due, tre giorni fa» - come cantavano i protagonisti del film Pomi d’ottone e manici di scopa.
Quello che il museo propone è una riflessione sul tema del falso attraverso un allestimento spettacolare e coinvolgente, pensato come una macchina divertente che si adatta a soddisfare le esigenze di spettatori diversi. Ogni sala propone un tema, ad esempio il falso scientifico o quello fotografico, e racconta un particolare contenuto, una vicenda chiave. La domanda che introduce alle varie sezioni è sempre la stessa: sarà vero? Tra i temi su cui riflettere spiccano le teste di Modigliani, il mostro di Lochness, lo sbarco sulla luna, il crollo delle torri gemelle e la catena di Sant’Antonio. A guidare il pubblico sala per sala ci sono, infine, dei simpatici personaggi in costume.
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