Pianeta delle scimmie: arriva l'Età di mezzo

Pianeta delle scimmie: arriva l'Età di mezzo
di Andrea Carugati
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Martedì 22 Luglio 2014, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 18:45
Le colpe di una guerra riguardano tutte le parti in conflitto. Se un film di cassetta aspira a trasmettere un messaggio, questo è quello di Apes Revolution - Il Pianeta delle Scimmie, terzo film della saga che racconta un mondo popolato dai primati, il cui primo episodio, nel 2001 era già un rifacimento del classico del 1968.



Nel 2011 uscì L'alba del pianeta delle scimmie. Il 30 luglio in Italia arriva Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie, sequel del prequel - Suona come l’ennesima decisione di Hollywood di vivere sugli allori, ma in realtà ha una sua originalità. Racconta il periodo in cui uomini e primati convivono, prima che il mondo diventi delle scimmie. Gli uomini non del tutto scomparsi, le scimmie non ancora dominatrici.

«Non svelo un segreto se dico che la Terra alla fine non diventerà un “Pianeta delle scimmie e degli uomini” - dice il regista Matt Reeves, che ha sostituito Rupert Wyatt, regista del film del 2011, dopo che questi a causa dei tempi troppo ristretti aveva dato forfait. «Sappiamo come andrà a finire. Però ci piaceva l’idea di esplorare il territorio e il momento in cui uomini e scimmie convivono. Questa è l’idea centrale del nostro film».



SERKIS Apes Revolution - Il Pianeta delle Scimmie, non punta il dito sugli uomini responsabili di tutte le brutture sulla Terra, e non rende le scimmie migliori degli uomini. «Il punto – dice Andy Serkis – è proprio questo. Non ci sono uomini cattivi e scimmie buone, né il contrario. Ed è così per ogni forma di conflitto. Non c’è mai il bianco e il nero, ci sono tante sfumature di grigio».



LEADER Serkis interpreta ancora una volta Caesar, lo scimpanzè che nel primo film era stato allevato dagli uomini e reso intelligente da un farmaco contro l’ Alzheimer sperimentato sugli animali. Il secondo episodio inizia 10 anni dopo: ora Caesar è il leader di un gruppo di primati che ha fondato un villaggio sui resti di San Francisco. «Abbiamo voluto mostrare come avrebbe potuto essere se uomini e primati avessero imparato a convivere, il potenziale di una vita fianco a fianco – spiega il regista – Non è compito dei film lanciare messaggi, ognuno ci vede quello che vuole. A noi premeva raccontare uno scenario, sta poi allo spettatore leggerci un messaggio».



PERICOLO L’australiano Jason Clarke (il torturatore di Zero Dark Thirty) è Malcolm, leader del gruppo che si avventura nella foresta per riattivare una diga e ridare energia elettrica a San Francisco (nel cast anche Gary Oldman e Kerry Russell). «Probabilmente ogni essere vivente, uomo o scimmia, messo in una condizione di pericolo, reagisce in modo diverso. L’istinto prende il sopravvento e il carattere emerge da quell’istinto. I giusti sono coloro che riescono a avere empatia per gli altri, a non farsi dominare dal rancore. A perdonare anche quando vengono colpiti gli affetti più cari».



MOTION CAPTURE Il film deve il suo successo anche agli straordinari effetti speciali. La tecnica del ]motion capture ha permesso agli attori che interpretavano i primati di dare espressioni umane ai personaggi. «Sono scimmie che hanno imparato dall’uomo, dotate d’intelligenza umana, era basilare che queste espressioni emergessero», dice il regista. Nulla però è stato fatto davanti a uno schermo verde. Il set si è spostato nella foresta, in Canada e in Louisiana. Alberi veri, luci naturali. «È l’ultima frontiera della tecnologia, riuscire a omogeneizzare al meglio le tecniche digitali più avanzate con la bellezza della luce e dell’ambiente naturale».

Circa 800 addetti agli effetti speciali hanno lavorato alla pellicola, più di mille primati sono stati creati con questa tecnica. Terry Notary, artista del Cirque du Soleil (nel film è Rocket, figlio di Ceasar) ha insegnato ai colleghi a muoversi come gli animali, frequentando lo zoo per mesi per imparare atteggiamenti e sguardi di ogni tipo di scimmia.



«I gorilla sono più aggressivi, lo scimpanzè ha movimenti più dinamici e decisi, l’orango è molto parco in ogni movimento, lento, saggio. È stato interessantissimo studiare e imparare il loro modo di interagire, molto più complesso di quanto sembri». Il film, da poco uscito negli Usa, ha avuto un ottimo successo e ha battuto un altro blockbuster giunto all’ennesimo sequel: Transformers 4, l’era dell’estinzione.

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