La loi du marché, bellissimo racconto dell'orrore economico dei nostri tempi

La loi du marché, bellissimo racconto dell'orrore economico dei nostri tempi
di Fabio Ferzetti
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Lunedì 18 Maggio 2015, 20:19 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 11:51
Un famoso attore davanti a un pugno di non professionisti per raccontare i nostri tempi poco allegri con una forza e una precisione fuori dal comune.



Lui, Vincent Lindon, fa un operaio che ha passato i 50, ha perso il lavoro e cerca in tutti i modi di risalire la china. Loro fanno più o meno se stessi. Impiegati di banca, direttori del personale, assistenti sociali, sindacalisti, formatori. Il film, diretto da Stéphane Brizé, si chiama La loi du marché, La legge del mercato, ed è uno dei migliori del concorso. Lindon lo ha anche coprodotto, ovvero lo ha fatto gratis, in partecipazione sugli incassi.



Lo stile è secco ma preciso, da documentario, o da film dei Dardenne. Le situazioni sono tipiche e rivelatrici. C’è il colloquio di lavoro via Skype, un momento abbastanza surreale. Il dialogo con l’impiegata di banca. L’incontro con gli ex-compagni di lavoro e sindacalisti, a cui Lindon dice che dopo tante lotte è stanco e vuole voltare pagina, «senza per questo dovermi sentire un vigliacco». C’è perfino il gruppo di “esperti” che boccia implacabile lo stile con cui sostiene i suoi colloqui di lavoro (voce, linguaggio del corpo, sguardo, parole: tutto sbagliato!).



Ma la parte decisiva è quella finale, quando Lindon si ritrova a fare il vigilante in un supermercato. E scopre a cosa servono davvero le telecamere di sorveglianza: a controllare i dipendenti oltre che i clienti. Perché se un cliente ruba il danno è minimo, ma se licenzi un dipendente per un furtarello, lì l’azienda ci guadagna davvero. Il resto va scoperto al cinema, sperando che qualcuno compri per l’Italia questo film che affronta un tema tutt’altro che facile senza ombra di retorica o di miserabilismo.
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