Venezia, è il giorno di Al Pacino. Favino Senza nessuna pietà

Venezia, è il giorno di Al Pacino. Favino Senza nessuna pietà
3 Minuti di Lettura
Sabato 30 Agosto 2014, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 18:32

Al Pacino doppio protagonista oggi, nelle sale, in conferenza stampa e sul red carpet di Venezia con The Humbling (L'umiliazione) diretto da Barry Levinson dall'omonimo romanzo di Philip Roth, sul tramonto di un attore, fuori concorso; e con Manglehorn di David Gordon Green, in concorso, d'attore sul rifiorire, forse, di un uomo semplice prigioniero del passato.

In entrambi Al Pacino interpreta un depresso in amore.

Nel primo è un fabbro ossessionato da un

amore finito, nel secondo, un attore teatrale, non più

giovane, che ha perso ispirazione, pubblico e voglia di vivere. Finchè una ragazza appare all'orizzonte.

Intanto Manglehorn di David Gordon Green con protagonista Angelo Manglehorn, ossessionato da un amore perduto e mai dimenticato di nome Clara. Ex allenatore e con un passato oscuro, oggi Angelo ha un negozio di fabbro e vive in provincia con la sua amata gattina Fannie. Ha un figlio e una nipotina (Kylie), ma il suo cuore sta in una stanza segreta

della sua casa dove conserva le migliaia di lettere scritte a Clara e respinte al mittente, più suoi ricordi e foto.

Manglehorn, che era uno in gamba e ora è solo un depresso, «un uomo rabbioso» che si definisce «invisibile», però incontra a un certo punto una donna che lo aiuta e rimettere insieme i pezzi del suo cuore. Frase cult del film:«se voglio parlare con uno stupido vado a casa e mi metto allo specchio».

Di diversa natura "Manglehorn" di David Gordon Green (due volte premio Oscar con Rain man, regia e per il miglior film) in cui Al Pacino è affiancato da una delle muse del cinema indie americano Greta Gerwig. Tratto dal libro di Philip Roth "L'umiliazione" il film narra appunto la zona scura in cui si

agita Simon Axler, mitico attore di teatro che a 67 anni perde creatività, pubblico e voglia di vivere. Insomma un grande attore sul viale del tramonto che il suo agente non sa come convincere a tornare in scena. Quando tutto sembra perduto entra nella sua vita Pegeen (Gerwig), una ragazza con 38 anni meno di lui e figlia di suoi vecchi amici. Una donna pericolosa capace di distruggere tutte le

persone che ama e che si lascia andare all'erotismo senza alcuna inibizione.

In realtà Pegeen è attratta dalle donne, ma sembra far eccezione per il grande istrione che a un certo punto rinasce a nuova vita. Simon Axler tornerà così sulla scena e, forse non a caso, con il Re Lear, dramma shakespeariano sulla vecchiaia. Ma alla vigilia del debutto accade qualcosa che potrebbe distruggerlo o farlo rinascere del tutto.

«Aveva perso la sua magia. L'impeto era venuto meno. In teatro non aveva mai fallito, tutto ciò che aveva fatto era stato valido e convincente, poi gli era successa una cosa terribile: non era più capace di recitare. Andare in scena divenne un tormento». Questo l'incipit de L'umiliazione di

Roth. Frase cult del film di derivazione shakespeariana: «Che se ne vada in perdizione l'animo mio, ma quanto ti amo».

Per l'Italia scende in campo Pierfrancesco Favino che raddoppia anche lui, ma in un solo film: è infatti protagonista e produttore di Senza nessuna pietà di Michele Alhaique, in gara nella sezione Orizzonti.

Probabilmente quello di Favino è il protagonista con meno battute fra quelli dei film di questa edizione della Mostra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA