Fratelli di tweet, l’Italia s’è desta: la crociata dei giovani italiani sul web contro i luoghi comuni

Fratelli di tweet, l’Italia s’è desta: la crociata dei giovani italiani sul web contro i luoghi comuni
di Giulia Aubry
3 Minuti di Lettura
Sabato 18 Luglio 2015, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 09:07
“L’Italia avrà i suoi problemi, ma la cultura, il cibo, le persone, il clima, l’arte. Mi dispiace, ma non li batte nessuno”. Altro che luoghi comuni. Il nostro Paese è un’altra cosa. E chi ha origini italiane, prima di parlarne, dovrebbe conoscerlo davvero. Migliaia di teenager hanno risposto così all’hashtag #growingupitalian, lanciato dai loro coetanei italoamericani per raccontare in 140 caratteri cosa, secondo loro, significhi essere italiani. Di fronte alla rappresentazione macchiettista di nonne che indossano le calze nere d’estate, picchiano con il cucchiaio di legno i nipoti e cucinano piatti improbabili, i giovani italiani hanno riscoperto il loro orgoglio nazionale.



Perché l’hashtag potrà anche essere stato lanciato come un gioco, al pari dei tanti altri utilizzati dalle III e IV generazioni di immigrati negli Usa come #growingupmexican, ma certe cose è meglio chiarirle una volta per tutte. E se, a un primo sguardo, è il cibo a dominare le migliaia di tweet che imperversano da giorni, andando oltre si scopre una “giovane Italia” con una sensibilità ben più articolata.



LE TORTE DI BUDDY

Il tweet più popolare è quello di @RickyGol22 (748 condivisioni e 643 stelline): “Ogni volta che un americano mette l’ananas sulla pizza, in Italia un pomodoro si suicida”. Il cibo è un tema sul quale gli italiani sono sensibili e le nuove generazioni – spesso rappresentate come divoratrici di “cibo spazzatura” - non sono da meno. “Questi si credono italiani solo perché comprano le torte da Buddy” cinguetta @HAVRYDRUGS citando Buddy Valastro, un italoamericano divenuto famoso come protagonista de “Il boss delle torte”, trasmissione in onda anche in Italia.



“Ma per favore, la metà degli italoamericani che scrivono #growingupitalian mette il ketchup nella pasta al posto del pomodoro” gli fa eco @crookvshank. Altri pubblicano immagini di cibi in scatola venduti nei supermercati Usa e spacciati per italiani: la Ricotta Cheese della Polly-o – “giuro di non aver mai visto una cosa del genere” scrive @louiszmile –, i Macaroni & cheese della Kraft – “E voi questa la chiamate pasta?!” commenta @raynbowvshar –, il sugo Prego.



SCUSATE SE È POCO

“Città come Roma, Firenze, Venezia, Torino all’estero se le sognano” scrive @Harriss94, che dimentica il sud Italia. Ci pensa allora Simone @spearsxvodka con le immagini-cartolina di tutte le regioni italiane e un unico commento: “scusate se è poco”. I canali di Venezia, il Duomo, il Colosseo, Firenze: “QUESTA è l’Italia. Non solo la pizza e la pasta” scrive @eudaimouis. San Pietro e il golfo di Napoli: “Ecco cosa significa crescere in Italia” cinguetta @escapewithotan. E con la semplicità delle parole di adolescenti che normalmente twittano dei One Direction, patrimoni dell’umanità tornano a vestirsi di tricolore. Anche l’orgoglio nazionale di Paolo è forte: “Tutti citano il cibo, le auto ma questa è l’Italia di persone che sono da esempio per l’umanità”. E pubblica le immagini di Borsellino, Leonardo da Vinci, Dante e Garibaldi. Sulla stessa linea, ma con più ironia e meno precisione storica, @AngelicaVona: “L’Inghilterra fu scoperta dai romani, l’America da Colombo, Doncaster fu fondata da Giulio Cesare. Fate meno i fighi siete tutti made in Italy”.



Alcuni tweet mirano invece a decostruire l’immaginario Usa, per cui il nostro Paese sarebbe fermo a quando gli avi dei giovani italoamericani sbarcavano sotto la Statua della Libertà. “Io non mai stata picchiata con un cucchiaio di legno e mia nonna non ha santini sul frigo” scrive @hemmoschannel. “Forse non sanno che gli asciugamani che loro mettono per “bellezza” servono per asciugarti dopo il bidet”, replica @_ashtonsmile a chi ha pubblicato foto di asciugamani che – se sei italiano negli States – metti in bagno ma non usi.



Una ragazza osserva “ma se l’immagine che hanno di noi è ferma a 100 anni fa, non sarà colpa nostra?”. Un’altra risponde: “in realtà anche noi non abbiamo un’immagine reale di loro”. Contro quella che @Indios007 definisce “l’apoteosi dello stereotipo italiano su twitter”, l’arma migliore è sempre l’ironia. Qualcuno cerca così di spiegare ai coetanei italoamericani che non tutto c’entra con le loro origini: “Un minuto di silenzio per tutti sti americani che vengono picchiati con i cucchiai di legno” scrive @AmyWhimsical. “Chiamate il telefono azzurro!”
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