All'apertura della seduta del consiglio comunale questo pomeriggio gli autisti della Trotta Bus service, e sindacalisti Usb hanno manifestato con un bavaglio bianco. «Non è giusto che i lavoratori denuncino i problemi del trasporto pubblico e rischino il posto di lavoro - commentano i manifestanti - .Ci stanno impedendo di parlare. Vogliamo che il sindaco Marino e il consiglio comunale affrontino la questione».
«Non è possibile che chiunque denunci lo stato indecente del trasporto pubblico di Roma venga licenziato. Chiediamo che il Consiglio comunale prenda atto di questa situazione gravissima - hanno gridato i lavoratori in Aula - e che insieme al sindaco e all'assessore competente affronti la questione. Non si può rischiare il posto di lavoro per aver parlato dei disservizi del tpl».
Intanto oggi Sinistra Ecologia e Libertà ha presentato in assemblea capitolina un'interrogazione al sindaco e all'assessore ai Trasporti Guido Improta per «verificare se i provvedimenti adottati dalla Società Trotta, della società del Consorzio Roma Tpl, siano giustificati da un reale comportamento diffamatorio da parte dei dipendenti o se, invece, sia in atto un' azione di ritorsione nei confronti dell'organizzazione sindacale che da anni denuncia questo tipo di carenze alle istituzioni responsabili del servizio e di effettuare una accurata verifica sullo stato, la manutenzione del parco vetture della società Trotta».
«La libertà di espressione è un diritto costituzionale. Chiediamo il reintegro all'azienda - spiegano il capogruppo di Sel Gianluca Peciola e la presidente della commissione Mobilità Anna Maria Cesaretti - e ad Atac di verificare quanto emerso dalla trasmissione circa le condizioni delle vetture. Ricordiamo che i lavoratori spesso percepiscono in ritardo i salari. L'ultimo risale al mese di luglio».
«Massima solidarietà ad Ilario e Valentino. Eppure la nostra Costituzione parla chiaro, all'art. 21, quando sancisce la libertà di pensiero ed il diritto di cronaca». Così i consiglieri capitolini del Movimento 5 stelle. «La domanda sorge spontanea: siamo ancora una democrazia? Un Paese libero? Ormai - aggiungono - non è più possibile neanche riportare la realtà ed informare i cittadini? Cittadini tra l'altro sempre più vessati da un trasporto pubblico al collasso, distrutto da 30 anni di mala politica? Chiediamo una presa di posizione netta da parte del sindaco e dell'assessore alla mobilità, volta alla tutela del diritto al lavoro, chiedendo a Roma TPL l'immediato reintegro dei due autisti».