«Le vere prostitute stanno in Comune
e in Regione», bufera sul consigliere M5S

«Le vere prostitute stanno in Comune e in Regione», bufera sul consigliere M5S
di Simone Canettieri
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Mercoledì 11 Giugno 2014, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 12:18
Nella foga delle giustificazioni, del non volevo dire ci che ho scritto e quindi sono stato frainteso, gli manca solo di tirare fuori una foto che lo ritrae, se fosse possibile, con Rosa Luxemburg.



Ma per Alessio Marini, capogruppo del M5S nel XI Municipio, la frittata ormai è fatta. Hai voglia a professarsi femminista. Il grillino della Magliana-Corviale, 43 anni «da libero pensatore», sabato l’ha pensata grossa e l’ha buttata giù in prosa: «Fosse quello il problema: le vere prostitute stanno in Parlamento, in Regione e in Comune. E anche in Municipio», ha scolpito Marini su Facebook, per poi cancellare dopo il patatrac, a proposito di una foto che ritraeva un mezzo dell’Ama in sosta di fronte a una prostituta (il citato «problema»). Una sparata che ha fatto subito il giro della rete, diventata il tribunale dello sdegno nei confronti del grillino.



LO SCONTRO

A sollevare il caso pubblicamente ci hanno pensato i capigruppo del Municipio XI Gianluca Lanzi (Pd), Alberto Belloni (Sel) e Claudio Barocci (lista Marino). Un coro per stigmatizzare «gli insulti contro le donne» del portavoce pentastellato. A cui è stato ricordato che deve essere un marchio di fabbrica, l’insulto a sfondo sessuale nei confronti delle donne impegnate in politica. «Forse si ispira a Massimo De Rosa, deputato del M5S, che alcuni mesi fa durante una seduta della Commissione Giustizia alla Camera rivolto alle parlamentari del Pd disse: «Siete arrivate qui solo perché sapete fare bene i p...». La polemica, a colpi di clic, è arrivata anche in consiglio comunale. Erica Battaglia (Pd): «Marini chieda scusa: ha offeso le donne e le istituzioni».



LA DIFESA

Travolto da un prevedibile destino il grillino dalla tastiera facile ha provato a metterci una toppa. Spiegando, sempre su Facebook in arrampicata libera sulle pareti della semantica, che «il termine prostitute va inteso in senso politico e non è riferito in nessun modo alle donne in quanto genere, ma a chi fa mercimonio della propria integrità morale». Tutte convinte? Tutte d’accordo? Non proprio, perché la polemica non si è fermata fino a sera tra lanci di agenzie e post sui social network. Tanto che stanco di glossare, smussare e arrotondare parole nel contesto, il portavoce del M5S si è attaccato ai testimonial per togliersi l’ombra del machismo. Prima ha condiviso Natural Woman di Carole King, canzone simbolo del femminismo, poi è passato a Franco Battiato che quando era assessore regionale in Sicilia parlò «di prostitute disposte a tutto nella politica italiana».