Renzi e le ferie dei giudici: polemiche ridicole. Anm: delusi da governo

Renzi e le ferie dei giudici: polemiche ridicole. Anm: delusi da governo
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Domenica 25 Gennaio 2015, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 11:23

E' di nuovo scontro tra il premier Renzi e i magistrati. Al centro delle polemiche c'è la riforma della giustizia, ma soprattutto il taglio delle ferie. Il presidente del Consiglio è tranchant e definisce «ridicole» le costestazioni.

La replica di Renzi Sono «ridicole» le «contestazioni» di alcuni magistrati contro il taglio delle ferie, afferma Renzi su Facebook. «Non vogliamo far 'crepare di lavoro' nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice. E, polemiche o non polemiche, passo dopo passo, ci arriveremo», dichiara il premier.

La polemica Renzi riprende quanto detto ieri dal procuratore generale di Torino Marcello Maddalena, che dalla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario ha lanciato un durissimo attacco al governo e alla riforma della giustizia.

Il dito era puntato, tra l'altro, proprio sulla riduzione dei giorni di ferie per i magistrati (da 45 a 30). «Il presidente del Consiglio - ha accusato Maddalena - non ha trovato niente di meglio che ispirarsi al personaggio di Napoleone della Fattoria degli animali di orwelliana memoria, che aveva scoperto il grande rimedio per tutti i problemi della vita: far lavorare gli altri fino a farli crepare dalla fatica».

L'irritazione del premier «Oggi - continua Renzi su Facebook - di nuovo le contestazioni di alcuni magistrati che sfruttano iniziative istituzionali (anno giudiziario) per polemizzare contro il governo». «E mi dispiace molto - aggiunge - perché penso che la grande maggioranza dei giudici italiani siano persone per bene, che dedicano la vita a un grande ideale e lo fanno con passione. Ma trovo ridicolo - e lo dico, senza giri di parole - che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: 'Il premier ci vuol far CREPARE di lavoro'».

«L'Italia che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore» di giustizia, prosegue il premier. «La memoria dei magistrati che sono morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia ci impone di essere seri e rigorosi», aggiunge.

«Bisogna valorizzare i giudici bravi, dicendo basta allo strapotere delle correnti che oggi sono più forti in magistratura che non nei partiti». «A chi mi dice: ma sei matto a dire questa cose? Non hai paura delle vendette? Rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati». «E i nostri giudici - aggiunge - devono sapere che il governo (nel rispetto dell'indipendenza della magistratura) è pronto a dare una mano. Noi ci siamo».

«Vogliamo solo sentenze rapide, giuste. Vogliamo che i colpevoli di tangenti paghino davvero e finalmente con il carcere ma servono le sentenze, non le indiscrezioni sui giornali», scrive Renzi. «Un Paese civile deve avere una sistema» di giustizia «veloce, giusto, imparziale. Bisogna semplificare, accelerare, eliminare inutili passaggi burocratici, andare, come stiamo facendo, sul processo telematico (così nessuno perde più i faldoni come accaduto anche la settimana scorsa)».

La dura replica dell'Anm Le parole di Renzi innescano la dura reazione dell'Anm, toccata, in particolare, dal riferimento ai magistrati uccisi per aver fatto il proprio lavoro. «Non si può non trovare di cattivo gusto il richiamo ai magistrati uccisi. Noi stessi siamo molto cauti nel richiamarci al ricordo dei colleghi caduti per il loro servizio: lo facciamo solo per onorare la loro memoria e il loro sacrificio, non per accreditare la nostra serietà».

«Il problema non sono i magistrati, ma le promesse mancate, la timidezza in materia di prescrizione e corruzione, la proposta, alla vigilia di Natale, di depenalizzare l'evasione fiscale fino al 3%». «Le critiche che vengono dai magistrati - prosegue il comunicato del 'sindacato' delle toghe - sono dettate dalla delusione: noi riponevamo e vorremmo riporre fiducia nella volontà di fare le buone riforme, ma chiediamo coerenza tra parole e fatti». «Renzi vuole un sistema più veloce e più semplice? - chiede l'Anm - Blocchi la prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado, introduca sconti di pena ai corrotti che collaborano con la giustizia, estenda alla corruzione gli strumenti della lotta alla mafia: i casi di corruzione clamorosi più recenti e più noti non sono indiscrezioni».

L'Anm, inoltre, esorta il governo a trovare «le risorse per coprire le oltre 8.000 scoperture nell'organico del personale amministrativo». «Accanto alla messa alla prova, alla non punibilità per tenuità del fatto, al processo civile telematico, sono troppe le riforme timide o assenti», lamenta l'Associazione nazionale dei magistrati.

«Quanto alle correnti, riaffermiamo il valore delle diverse sensibilità che costituiscono una risorsa dell'associazionismo, da sempre respingiamo ogni degenerazione ispirata a logiche di potere».

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