La Camera dice sì all'arresto, Galan in carcere. Lui: sono incazzato

Giancarlo Galan
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Martedì 22 Luglio 2014, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 14:36
Giancarlo Galan va in carcere. L'attesa per lui finita alle 8 di sera - sei ore dopo il voto della Camera sul suo arresto - quando al cancello della villa di Cinto Euganeo ha suonato la Guardia di Finanza. L'ex ministro sapeva chi lo stava cercando. I militari gli hanno notificato l'ordinanza di custodia che il gip di Venezia Alberto Scaramuzza aveva firmato già il 4 giugno scorso, quando partì il blitz dell'inchiesta Mose che portò in manette 35 persone.



Nella notte Galan è uscito dalla sua villa di Lozzo Atestino accompagnato da un'ambulanza, un'auto della polizia penitenziaria e diversi mezzi di forze dell'ordine in borghese per essere condotto nel carcere di Opera, dotato di un centro clinico specializzato, in grado di fornire le cure di cui l'ex governatore necessita.



Fino al pomeriggio l'impressione era che, dopo il via libera di Montecitorio al provvedimento - i voti a favore sono stati 395, 138 i contrari, mentre due deputati si sono astenuti - le cose non sarebbero precipitate subito. Si diceva che la Procura di Venezia dovesse attendere l'arrivo da

Roma degli atti della votazione; gli avvocati difensori di Galan, Antonio Franchini e Niccolò Ghedini, avevano annunciato una nuova istanza per la concessione dei domiciliari. Gli eventi sono stati più veloci. I magistrati stavano in realtà cercando la struttura carceraria più idonea, fuori dal Veneto.



L'esponente di Forza Italia è infatti stato dimesso oggi, a sorpresa, dall'ospedale di Este, dov'era ricoverato da 12 giorni. I valori clinici, secondo i sanitari, erano tornati alla normalità già nella serata di ieri, e non c'è più bisogno della degenza. Una decisione che ha lasciato «incredulo» l'ex governatore, dato che gli stessi medici fino alla settimana scorsa parlavano nei bollettini di 40 giorni di prognosi per la tromboflebite che lo affligge, in seguito all'ingessatura alla gamba sinistra.



Galan ha trascorso le ultime sei ore di libertà di umore nero, decisamente «incazzato» per la doppia ingiustizia che si è sentito infliggere, ha sibilato ai cronisti che lo hanno visto uscire dal nosocomio su una sedia a rotelle: quella dell'arresto voluto dai giudici, e quella del voto "traditore" dell'aula della Camera. Un'ambulanza lo ha portato fino alla sua casa di Cinto. Giunto alla villa, ha addirittura

chiamato i carabinieri, arrivati dalla stazione di Lozzo Atestino, per capire cosa sarebbe successo.



Nel foglio di dimissioni i medici spiegano che Galan non avrebbe necessità di ospedalizzazione, potendo essere curato con l'assistenza domiciliare. Cosa che adesso gli dovrà essere garantita nell'infermeria di Opera. I sanitari hanno prescritto che al paziente sia controllato il livello di glicemia ogni 4 ore, gli siano somministrate terapie per controllare le apnee notturne ed il diabete, e che rimanga con la gamba ingessata "in scarico".



Per l'ex Doge del Veneto l'ultimo smacco, per oggi, sembrava quello dei colleghi deputati di Montecitorio che gli avevano votato contro, "confermando" il suo arresto. Il peggio invece è arrivato in serata, quando alla sua abitazione dopo sole sei ore sono arrivati i finanzieri.



I legali di Galan chiedono i domiciliari. Gli avvocati di Galan hanno preannunciato una richiesta di arresti domiciliari. «Eseguita l'ordinanza custodia cautelare, una volta concluso il voto - aveva detto l'avvocato Franchini prima del pronunciamento della Camera - Noi depositeremo via fax al gip una istanza, appena finita la votazione, con tutte la documentazione medica chiedendo i domiciliari, di cui sono comunque già in possesso gip e procura, e il pm darà il parere».



Pd: nessun cedimento. Anna Rossomando del Pd, in dichiarazione di voto, aveva detto: «Ci sentiamo anche noi paladini del garantismo, ma le battaglie per l'applicazione delle garanzie dei cittadini non si fanno nelle Giunte. Noi le facciamo nelle sedi opportune. Nessun cedimento, nessuna resa nèérinuncia. Esercitiamo la prerogativa stando al merito e senza pregiudizi. Il valore tutelato è l'autonomia del Parlamento».



Forza Italia: pagina triste. «Il voto appena compiuto dalla Camera sull'arresto di Giancarlo Galan è un'altra pagina triste - ha detto il parlamentare di Forza Italia Daniele Capezzone - Vale per Galan e vale per ogni altro cittadino, noto o no, deputato o no: il combinato disposto tra l'uso eccessivo della custodia cautelare e il dilagare del processo mediatico produce un vero e proprio azzeramento del diritto alla difesa, riducendolo a un vuoto simulacro, a una forma svuotata di qualunque sostanza. Intanto, tra carcere preventivo e massacro mediatico, il cittadino viene messo nel tritacarne con effetti incancellabili sulla sua immagine. Poi, anni dopo, l'esito finale del processo poco potrà cambiare su questo fondamentale piano. E che questo avvenga in una Camera divisa tra l'indifferenza di alcuni e i risolini di altri dà la malinconica misura del livello della discussione pubblica in Italia».
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