Palermo, arrestato Helg: il presidente della camera di commercio beccato mentre intasca una tangente

Roberto Helg
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Martedì 3 Marzo 2015, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 14:34
Manca solo la colonna sonora del Padrino, mirabile pezzo di Nino Rota, a fare da sottofondo all'eloquente intercettazione registrata dalle microspie dei carabinieri, delle richieste di pizzo di Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio di Palermo e vicepresidente della Gesap, la società che gestisce l'aeroporto di Palermo, finito in manette per estorsione aggravata.



Proprio lui che della lotta contro il racket e l'usura era stato uno degli alfieri, promuovendo tra gli associati protocolli di legalità e sportelli anti pizzo. «La royalty... dal 7 noi passiamo al 10... quindi tu hai un risparmio... (...) Ne paghi 110 di aumento, dal 7 al 10... Cento sono quelli che dobbiamo dare... Tu hai un risparmio di 104 mila 440... E sei dentro, al dieci», dice Helg alla vittima, Santi Palazzolo, titolare di una notissima pasticceria che ha proprio allo scalo palermitano uno dei suoi punti vendita più avviati. Il commerciante aveva chiesto la proroga del contratto di affitto del locale che gestisce al «Falcone-Borsellino», scaduto a febbraio.



Il Cda della Gesap avrebbe dovuto riunirsi oggi per decidere se applicare la clausola che prevede il rinnovo triennale o fare una gara per affidare ad altri l'immobile. Palazzolo, non avendo avuto risposta alla richiesta di rinnovo, era andato dal presidente di Confcommercio, di diritto vice della Gesap e membro autorevole del cda. E lui gli aveva chiesto in cambio 100mila euro, assicurandogli che gli avrebbe fatto risparmiare dei soldi. Il rinnovo, infatti, avrebbe potuto prevedere pure un ribasso del canone di affitto.



«Quindi praticamente quello che dovrei dare io in più sono questi centomila euro... », risponde la vittima. «Di cui io ho ottenuto anche 50 lunedì, prima del consiglio... Gli altri, 10 mila al mese. Ho detto che ne rispondo io, mi farà un assegno e "m'u tegnu sarbatu" (lo tengo conservato ndr) e poi a marzo aprile in modo che ti organizzi con comodità, questo è il quadro...», aggiunge Helg. Ad ascoltare la proposta c'erano però i carabinieri ai quali Palazzolo si era rivolto venerdì scorso, il giorno dopo l'incontro con il presidente. E quando gli investigatori, che l'avevano imbottito di microspie, sono arrivati, hanno trovato sul tavolo una busta con 30mila euro in contanti e in tasca a Helg un assegno a garanzia di 70mila euro.



L'indagato, che a breve compirà 79 anni, è stato arrestato in flagranza. E dopo qualche ora in carcere si sono presentati i magistrati: i pm Luca Battineri e Claudia Ferrari, l'aggiunto Dino Petralia e il procuratore Franco Lo Voi. Helg ha provato a negare, finchè un investigatore l'ha informato che avevano registrato tutto. A quel punto ha ammesso, ma non solo. Ai pm avrebbe disegnato un quadro di corruzione sistematica che è ora il vero oggetto dell'inchiesta. Da alcuni passi della conversazione sembra che il presidente di Confcommercio parli anche a nome di altri. È su questo aspetto ora gli investigatori cercano di far luce. Anche attraverso le indagini patrimoniali che potrebbero far vedere se sui conti di Helg siano transitate altre somme sospette. «Ci sono vittime che denunciano», sottolinea soddisfatto Lo Voi che smentisce, però, il coinvolgimento di altri nell'inchiesta. Intanto la Camera di Commercio ha revocato d'urgenza a Helg l'incarico di presidente, idem la Gesap.



Entrambe hanno annunciato che si costituiranno parte civile al processo.
La Procura stasera invierà al gip la richiesta di convalida dell'arresto in flagranza. Il giudice, entro 48 ore dall'istanza, dovrà fissare l'udienza. Helg, invece, dovrà trovarsi un legale, visto che quello di Confcommercio, Fabio Lanfranca, ha rinunciato al mandato. «È incompatibile con il mio ruolo di legale di Confcommercio Palermo e con la scelta di assistere le vittime di estorsione che ho fatto molti anni fa», ha detto.