A preoccupare i Cinque Stelle il fatto che il licenziamento segua, sebbene a distanza, «dichiarazioni sconcertanti dell'On. Pelillo, il deputato del Partito Democratico, che durante una puntata televisiva in diretta, condotta proprio da Abbate, in una fase concitata di scambio di opinioni su uno dei decreti ILVA, ha riferito parole quali 'L'editore lo sa? Domani parlerò con l'editore. Voglio sapere se anche lui è d'accordo'». «Abbiamo depositato una interrogazione parlamentare, a prima firma Maurizio Buccarella, per chiedere al Presidente del Consiglio Matteo Renzi se 'il Governo non ritenga che le dichiarazioni dell'On.Pelillo rappresentino una grave minaccia alla libertà di stampa». Il Presidente Renzi dovrà, infine, dichiarare quali «iniziative si intendano assumere, nelle opportune sedi normative, al fine di garantire un'informazione libera ed indipendente da ogni gioco di potere, affinchè ogni cittadino possa essere messo a conoscenza dei fatti quando questi sono opportunamente documentati».
Nell'intervento sul blog di Maurizio Buccarella, Daniela Donno, Lello Ciampolillo, Barbara Lezzi, Giuseppe L'Abbate, Diego De Lorenzis, Giuseppe D'Ambrosio, Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi e Giuseppe Brescia, i parlamentati M5s auspicano inoltre che Pelillo chiarisca pubblicamente le sue affermazioni in diretta televisiva, prima della risposta del Governo all'interrogazione parlamentare. «La libertà di stampa e quella di espressione sono tutelate dalla nostra Costituzione: non è accettabile - dicono - che una velata minaccia o un accennato ricatto professionale possa rendere schiavi i tanti giornalisti che cercano di fare onestamente il loro lavoro nel nostro Paese».
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