Una coltellata vibrata con grande forza alla gola la lama sporca di sangue che si rivolge verso una seconda vittima e la ferisce. E' accaduto fuori da una discoteca a Genova. Come dirà più tardi alla polizia, Stefen Roland G.A., ecuadoriano di 20 anni adesso accusato di omicidio volontario aggravato voleva proprio ammazzare il suo coetaneo e connazionale Pablo Francisco Macias Trivino.
L'ha fatto, ha detto, «per vendicare un amico».
Il primo a finire in terra nel sangue è Pablo, poco dopo Diego Armando Veliz Arcalle e anche una ragazza appena diciottenne che ha perso tutti i denti e avuto mascella e mandibola fratturate per un colpo di bottiglia alla faccia. Quando è arrivata la polizia Pablo era a terra vicino a Diego. La corsa in ambulanza è stata inutile. Per lui non c'è stato nulla da fare. Diego, che si teneva la mano alla gola, è riuscito a sussurrare il nome di chi aveva vibrato il coltello. Poi, senza sapere dove fosse Pablo, è finito sotto i ferri all'ospedale Villa Scassi. I chirurghi gli hanno salvato la vita.
La sezione omicidi della squadra mobile di Genova ci ha messo poco a rintracciare Stefen Roland che ciondolava poco lontano da quello che rimaneva della sua notte. Portato in questura, ha resistito un pò poi ha detto ai poliziotti: «sì, l'ho ammazzato io per vendicare un amico». Il coltello usato per sgozzare Pablo ha detto di averlo «buttato nel fiume». Una confessione in piena regola che è stata sufficiente al pm per contestargli l'omicidio e il tentato omicidio aggravati dai futili motivi. 'Futili motivi' che, a quanto pare, sono anche alla base del ferimento di due studenti romani fuori da una discoteca nella zona dello stadio Olimpico a Roma. Anche in questo caso, c'è stato un litigio forse per una sigaretta negata poi sono sbucati i coltelli. I due hanno avuto ferite al volto e al fianco, il più grave ha subito l'asportazione della milza.