Le indagini sono partite all’indomani della rapina al bar Soms di Monteciccardo, quando fu notata una Skoda Fabia blu, che però risultava intestata ad una “testa di legno”: un italiano di Milano che risultava possedere oltre 600 auto (colpito da un’ordinanza di confisca e demolizione dell’autorità giudiziaria milanese). Le indagini convergevano su Stanko Markovic (conosciuto con altri 18 pseudonimi) e Goiko Perovic (16 alias) ma il tentativo di arresto riusciva a metà: per il primo scattavano le manette, il secondo, dopo una colluttazione costata l’ospedale ad un carabiniere, si dava alla fuga saltando da un muro alto tre metri e dileguandosi tra i boschi. Le indagini segnalavano il fuggitivo prima a Rimini e poi a Milano, dove si sentiva al sicuro tanto da definirla, in un’intercettazione, «la nostra città». Stankovic aveva cambiato anche look, cambiando taglio e colore dei capelli, fermandosi a dormire spesso in case diverse. Ma alla fine le manette sono scattate anche per lui. Oltre che quello al bar Soms, i due sono accusati anche di altri due colpi: il 15 febbraio all’oreficeria “Oro e Preziosi” di Fano con bottino in oro e pietre da 57mila euro e al Bar Piccadilly di Fano (29 febbraio) con 6mila euro sottratti dalle slot machines.
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