Considerato che per la polizia federale non sussistevano più motivi per trattenerlo, in quanto il problema sulla scadenza del visto era stato risolto e Bravi andava semmai rispedito in Italia, il giudice ha deciso alla fine di lasciarlo ai domiciliari, ma ad Atlanta in quanto persona considerata pericolosa per la presunta violenza ai danni di una cameriera avvenuta il 17 aprile scorso. Siamo arrivati dunque alla prima svolta per quello che è diventato nel corso dei mesi un vero intrigo internazionale, con i politici e il consolato interessati di una vicenda sempre più tinta di giallo.
La famiglia a fine aprile aveva infatti anche pagato la cauzione per assicurare la liberazione di Bravi, ben 250mila euro. Sul destino del 57enne osimano pende la spada di Damocle del processo per molestie sessuali, la cui prima udienza non è stata ancora fissata. A difenderlo ad Atlanta ci pensano gli avvocati Jackie Patterson e Peter Zeliff, che tenteranno di smontare le accuse della cameriera: Bravi, ha denunciato la donna, l'avrebbe spinta a un muro di un corridoio del Wistin Hotel e l'avrebbe sfiorata con la lingua, ma senza testimoni o videosorveglianza a confermarlo.
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