Il presidente Spacca sceglie una lettera aperta per rispondere alla furia Pd, scatenata dalla sua candidatura alle Regionali e culminata nella richiesta di dimissioni. «Serietà e senso di responsabilità esigono di assicurare il buon governo della Regione fino all'ultimo giorno della legislatura. È dunque necessario scegliere se vengono prima le Marche, oppure un Partito in preda all'isteria e alla paura» scrive Spacca.
«Siamo in una fase ancora difficile del ciclo economico e della vita dei cittadini, famiglie e imprese. Bisogna assolutamente chiudere i progetti avviati: variazione di bilancio, consolidamento della sicurezza sociale e delle fragilità, partenza operativa dei bandi europei 2014-2020 per 1,2 miliardi di euro, presenza delle Marche all'Expo, riforma delle Province – sottolinea Spacca - Si può anche interrompere la legislatura, ma farlo significherebbe penalizzare le Marche».
Il governatore passa quindi ad analizzare la richiesta di dimissioni del Pd. «La vita dell'istituzione regionale, dunque, va salvaguardata e messa in sicurezza fino in fondo con responsabilità, separandola dal vero vulnus politico di questi mesi: l'ostinazione del Pd a voler interrompere la collaborazione tra il centro rappresentativo dei mondi vitali e produttivi delle Marche e la sinistra. Per esclusiva volontà del Pd, quella che si sta chiudendo non è la legislatura regionale, bensì un ciclo politico che ha garantito il governo efficace del policentrismo marchigiano, anche nella fase economica nazionale più disastrosa dal dopoguerra. A tale progetto di governo, il Pd ha sbattuto testardamente e ripetutamente la porta in faccia, nell'illusione di riuscire a governare da solo, anteponendo gli interessi della burocrazia e dell'apparato di partito a quelli della società marchigiana. Divengono così ridicole e strumentali le accuse avanzate di collaborazione con la cosiddetta destra, ovvero quelle stesse forze politiche con cui il Pd e il premier Renzi governano e stringono patti a livello nazionale. È infine tragicomico che il Pd chieda le dimissioni proprio lo stesso giorno che il centrodestra dichiara la sua volontà di procedere autonomamente seguendo la propria strada».