Si chiamano famiglie arcobaleno. Quelle composte da genitori omosessuali. Bambini con due mamme o due papà. Per la legge italiana non esistono. Ma nelle Marche sono ufficialmente almeno sei, quelle iscritte all’associazione nazionale Famiglie Arcobaleno, appunto, ma è facile immaginare che ce ne siano molte di più. Inserite nelle comunità senza particolari clamori e che dalla burocrazia non possono che essere identificate come famiglie monoparentali, mamme o papà single.
Così raccontano Luca e Michele della provincia di Ancona, che quattro anni fa sono diventati papà. Per farlo hanno scelto la gestazione di sostegno o maternità surrogata, guai a chiamarlo utero in affitto. Dopo un’attenta ricerca, hanno scelto una donna che ha portato in grembo il loro bambino. In Italia la procedura è vietata, così sono volati all’estero, in Canada. Dopo nove mesi è nato Edoardo (altro nome di fantasia). Biologicamente solo Luca è il padre, è stato lui a fecondare l’ovulo di una donatrice, impiantato poi nella mamma surrogata. E solo Luca risulta essere legalmente in Italia il padre del piccolo. Così è registrato all’anagrafe. La madre non risulta, anche perché secondo la legislazione canadese, la mamma surrogata non ha diritti sul neonato. Ma entrambi si considerano i genitori di Edoardo.
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