Svolta Ama: salta Pace, Manzi nuovo presidente. «Garantire la continuità»

Dopo la notizia della richiesta di rinvio a giudizio del dirigente, l’Azienda nomina come sostituto l’attuale capo di gabinetto della Città Metropolitana

Svolta Ama: salta Pace, Manzi nuovo presidente. «Garantire la continuità» Arianna Meloni at the presentation of the Fdl candidates from Lazio in the...
di Gianluca Carini
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Domenica 12 Maggio 2024, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 10:56

Cambio al vertice di Ama. Il presidente Daniele Pace lascia il suo incarico e sarà sostituito a breve da Bruno Manzi, attuale capo di gabinetto della Città Metropolitana. Una scelta, quella voluta dal Campidoglio, per tutelare la municipalizzata dei rifiuti – ma anche a togliere dai riflettori il suo ormai ex presidente – dopo che ieri è circolata la notizia di una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Pace dalla procura di Roma: all’origine, la denuncia di molestie e violenza sessuale fatta da dipendente dell'azienda. L’avvocato di Pace, in ogni caso, ha reso noto che il suo cliente non ha ancora ricevuto alcun atto giudiziario e che sta comunque preparando la sua indagine difensiva, controquerelando l’accusatrice.

IL CAMBIO

Pace resterà comunque nel consiglio di amministrazione di Ama (perdendo però il ruolo di presidente). La scelta di Manzi è stata presa dal Campidoglio per assicurare continuità all’azienda: l’attuale capo di gabinetto della Città Metropolitana infatti è considerato un uomo di esperienza, in grado di poter gestire la macchina fin da subito. Potrebbe insediarsi nelle prossime ore, forse già subito dopo il week-end. Nei piani del Campidoglio, la continuità dei servizi sarà in ogni caso garantita dalla figura di Alessandro Filippi, attuale direttore generale della municipalizzata dei rifiuti.

Mentre Manzi si dimetterà dal suo attuale incarico nella Città Metropolitana ed entrerà nel consiglio di amministrazione di Ama – dove c’è ancora un posto vuoto – venendo poi indicato come presidente. Già ieri (dopo che Pace e Roberto Gualtieri si erano confrontati durante la mattinata) si sono incontrati in Campidoglio Manzi, Filippi e Gualtieri per programmare le prossime mosse, con il sindaco che ha chiesto al nuovo corso di mettere l’accento sulla «valorizzazione dei lavoratori, anche in vista del Giubileo».
La sostituzione di Pace ieri era stata chiesta da vari esponenti dell’opposizione in aula Giulio Cesare: da Fabrizio Santori (Lega), a Michela Cicculli (presidente Pd della commissione Pari Opportunità) passando per Linda Meleo (M5S) Antonio De Santis (Lista Civica Raggi).

IL PIANO

Insomma, l’intenzione è quella di assicurare quanto più possibile stabilità all’azienda e togliere dal centro della scena il suo attuale presidente, anche nell’ottica di possibili sviluppi processuali. Il passo indietro di Pace è stato accolto con favore anche dai sindacati dell’azienda: è noto che i rapporti con Pace non fossero buoni e vi erano stati numerosi conflitti nei mesi scorsi, anche al di là della vicenda in questione. 
Non a caso, tra i primi a chiedere un passo indietro del presidente ieri era stata la Cgil, in una nota sottoscritta da Natale Di Cola (Cgil Roma e Lazio) e Giancarlo Cenciarelli (Fp Cgil Roma e Lazio).

E in questo senso il fatto che la continuità dell’azienda sia garantita da Filippi (che ha rapporti molto diversi con le parti sindacali) sembra un buon viatico in vista del prossimo anno. 

IL GIUBILEO

Tra le altre cose, infatti, la municipalizzata dei rifiuti si prepara ad affrontare il Giubileo, con le conseguenze che 35 milioni di pellegrini (queste le stime) porteranno sul tema dei rifiuti. E quindi, arrivati a questo punto, la scelta del Campidoglio sembra volta a risolvere la “grana”, evitando di trascinarla nei prossimi mesi, quando servirà la massima collaborazione dentro Ama per assicurare un servizio adeguato ai problemi che si presenteranno. 
In questo senso – fanno filtrare fonti sindacali – sarà interessante vedere come andrà a finire il piano industriale di Ama (inizialmente si era parlato di 600 ingressi) e quello assunzionale più immediato (a dicembre sarebbero dovute entrare 46 persone). Un primo passo di questa pace interna potrebbe essere colto in un fatto avvenuto di recente: Inps infatti ha iniziato a corrispondere quanto dovuto a 207 esodati dopo che (con cinque mesi di ritardo) Ama ha pagato la polizza fideiussoria a garanzia della somma. 
 

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