Claudio Mancini: «Offrire benefici fiscali a chi investe a Roma»

Il deputato del Pd: «La mia proposta per riportare qui le sedi delle aziende»

Claudio Mancini: «Offrire benefici fiscali a chi investe a Roma»
di Gianluca Carini
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Lunedì 20 Maggio 2024, 06:49

Claudio Mancini, esponente romano del Pd, è deputato dal 2018, dopo essere stato consigliere in Regione.

Onorevole, è cominciato l’iter per dare a Roma i poteri di una Regione. C’è ragione per essere ottimisti oppure, come in passato, anche questo progetto rischia di arenarsi?
«Dopo le europee per tre anni non ci saranno elezioni che interesseranno la città. A mio avviso ci sono le condizioni perché in Parlamento si affronti la legge ordinaria per Roma Capitale e la definizione del suo status. D’altra parte la preparazione al Giubileo ha fatto emergere una positiva collaborazione istituzionale tra Governo e Campidoglio, tra Gualtieri e Meloni. Le forze politiche nazionali devono scegliere di dare forza a Roma come Capitale, non solo affrontando la questione dei finanziamenti ma anche di quei poteri che consentono di attrarre investimenti nazionali e internazionali sulla città».

Però maggiori poteri per Roma devono essere supportati anche da maggiori disponibilità economiche.
«Per questo abbiamo votato un emendamento per fare uscire Roma dalla gestione separata del debito (con la conversione del “Milleproroghe”, ndr). E lo abbiamo fatto in forma bipartisan, all’unanimità. Si potrà abbassare la pressione fiscale su imprese e cittadini, che a Roma è la più alta d’Italia. E allo stesso tempo, con le risorse che si liberano si può sostenere una nuova stagione di investimenti ordinari. La capacità di investimento che abbiamo visto con Pnrr e Giubileo può diventare stabile grazie all'uscita dal debito e alla legge per Roma Capitale».

La modifica della Costituzione consentirebbe di riconoscere un nuovo status di Roma. Ma rende più complesso il procedimento: oltre al clima, ci sono i tempi?

«Sì, Gualtieri e Meloni hanno dimostrato che si può essere diversi e alternativi senza farsi i dispetti. Io penso che in estate si possa incardinare il percorso, anche con l'iniziativa dei parlamentari romani, se c’è la volontà politica».

Cosa serve alla Capitale?

«Roma ha bisogno che cresca la capacità di attrarre investimenti privati. La mia proposta in Parlamento sarà quella di avere meno tasse per le grandi aziende che portano o riportano il loro quartier generale nella Capitale. Così si recupera quel divario tra Roma e Milano che è cresciuto troppo nel decennio passato. Occorre agevolare una nuova presenza finanziaria e creditizia in città per sostenere imprese e innovazione. E le risorse per Roma Capitale devono essere concentrate per renderla all’avanguardia su trasporti, sostenibilità ed energia. Ma tutto questo da solo non basta».

A cosa si riferisce?

«Tutto questo processo deve essere accompagnato da una grande attenzione alla coesione sociale della città e a investimenti sulle periferie. A quella giustizia sociale che deve caratterizzare la città che è anche la Capitale globale della cristianità. E che avrà nel Giubileo non solo un grande flusso turistico di visitatori, ma anche un messaggio universale che la società civile romana deve saper accompagnare. L'Italia investe sulla propria Capitale in occasione del Giubileo anche perché svolge una funzione per l’Italia nella comunicazione globale, come si è visto in questi giorni con la presenza dei sindaci delle grandi città in Vaticano e a Roma».

Tra tre settimane invece si vota per le elezioni europee. Che scenario vede?

«Tra le europee di giugno e le elezioni americane di novembre vanno al voto le maggiori democrazie rappresentative. Spero che il primo rafforzamento delle istituzioni democratiche avvenga con la ripresa della partecipazione, sia con una maggior affluenza ai seggi, sia con un maggior protagonismo della politica, come avvenuto con la candidatura dei leader di partito per Bruxelles.

Candidature che però hanno fatto molto discutere.

«Io ritengo che la sfida a Roma tra Meloni e Schlein definisca un bipolarismo positivo. Ed è anche un peccato che sia saltato il confronto televisivo, che avrebbe ulteriormente acceso l’attenzione dei cittadini sulle elezioni europee. Dentro questo impegno per ridare motivazione al voto, il mio partito ha fatto lo sforzo di comporre attorno a Schlein una lista forte e competitiva. Oggi il Partito Democratico può essere primo a Roma ed Elly può contendere a Giorgia il primato delle preferenze, anche se sappiamo che gioca fuori casa».

Infine, siamo a metà del mandato della giunta Gualtieri. Che giudizio ne dà finora?

«Del successo di Gualtieri non posso dire di essere sorpreso.

Due anni e mezzo fa abbiamo messo a disposizione la miglior risorsa di cui disponevamo, il più influente parlamentare europeo, oltre che ministro. A fianco di Gualtieri c’è ora una nuova generazione preparata e appassionata e mi pare naturale che si guardi ad un orizzonte decennale. La direzione è giusta, Roma si trasforma e cresce, ma guai a sentirsi arrivati e a dimenticare il disagio e la solitudine di tanti romani».

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