Tutto era iniziato lo scorso venerdì quando su un manifesto con il solo simbolo del Pd affisso nella zona delle ex autolinee, negli appositi spazi, è comparso il primo volantino con la scritta “Questo manifesto politico ha un costo. Pagato con soldi pubblici che dovrebbero invece servire per aiutare le persone in difficoltà. Ricordatelo”, al posto della firma alcune iniziali.
Ivano Giuliani aveva immediatamente replicato via Facebook spiegando che "il finanziamento pubblico dei partiti é stato abolito per legge e che il circolo locale del Pd finanzia la sua campagna di comunicazione esclusivamente con i proventi derivati dalla festa dell’Unità e dal tesseramento, pagando al Comune i diritti di affissione mentre la sua falsa denuncia è abusiva e contro legge”.
Ma dopo il chiarimento di Giuliani gli episodi si sono ripetuti spingendo il coordinatore del Pd a sporgere denuncia. Nel frattempo i volantini sono comparsi su altri manifesti del partito, stavolta oscurando il viso delle donne candidate. A questo punto Ivano Giuliani ha parlato di un’azione“di chiara matrice fascista ed espressione di intolleranza ed antidemocraticità”.
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