Si aspetterà il tribunale del Riesame ma nel centrodestra la consapevolezza che tra poco occorrerà tirare una riga sull’inchiesta di Genova è sempre più marcata. Al di là della posizione a difesa di Toti espressa da Salvini, il suo partito in Liguria non nasconde la difficoltà di tenere la barra dritta in un momento in cui la situazione rischia di precipitare. «O si chiariscono le questioni durante il riesame, oppure ovviamente è difficile – ha sottolineato il plenipotenziario della Lega nella Regione Edoardo Rixi - pensare di governare per due anni in assenza del governatore. Quindi è abbastanza ovvio però credo che sia prematuro al momento parlare di temi legati alle elezioni regionali». Il viceministro ai Trasporti e alle Infrastrutture allarga il caso: «Il tema è Genova ma anche l’intero Paese. Se è solamente legato ai fatti che leggiamo mi sembra abbastanza preoccupante, nel senso che nessuna impresa prenderà più un appalto pubblico, magari dopo essere stata ad una cena elettorale». Ed ancora: «Quello che passa è che si fanno le opere per ingraziarsi un imprenditore che ti dà 70mila euro, siamo all'inizio di un cinema che durerà anni e che rischia di bloccare tutti i cantieri». Il partito di via Bellerio, oltre a rilanciare il dossier del finanziamento pubblico ai partiti, ribadisce l’opportunità che il presidente della Regione valuti il da farsi: «Deciderà Toti, quando c'è un processo non è più una scelta politica ma diventa anche una scelta di carattere di difesa», dice ancora Rixi. Che aggiunge: «Non vedo un tema di grandi tangenti, vedo un tema di grandi pressioni, occorre capire se se ci saranno ripercussioni sugli altri scali, come Livorno, Trieste, Napoli, perché la diga di Genova come il ponte sullo Stretto ha degli interessi che vanno oltre i politici locali e nazionali». Sulla stessa linea Salvini: «Mi auguro che le indagini a Genova non blocchino i tanti cantieri che abbiamo aperto in Liguria perché non servono a Salvini o a Toti, ma ai genovesi e ai liguri. Spero gli si faccia sapere in fretta se qualcuno ha sbagliato o no». È il segnale che il muro eretto a protezione del governatore si sta lentamente sgretolando. Anche in Forza Italia le ultime novità che stanno emergendo hanno aumentato i dubbi. «Non può resistere», il refrain. «È una posizione che comincia ad essere difficilmente difendibile», sottolinea un big azzurro.
I DUBBI
Gli azzurri non chiederanno le dimissioni di Toti macresce l’amarezza per i risvolti dell’inchiesta.