Papa Francesco delude le donne che chiedono il diaconato, il suo "no" viene commentato negativamente: «Così tradisce il sinodo»

Nel mondo ortodosso ordinata una diaconessa in Africa

Papa Francesco delude le donne che chiedono il diaconato, il suo "no" viene commentato negativamente: «Così tradisce il sinodo»
di Franca Giansoldati
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Martedì 21 Maggio 2024, 20:20

Durante una lunga intervista televisiva alla CBS Papa Francesco ha chiuso la porta alla possibilità per le donne di servire come diaconesse ordinate o come membri del clero. Alla domanda se una giovane avrebbe mai avuto questa opportunità il Pontefice ha risposto seccamente: «No». Continuando di seguito: «Se sono diaconesse con gli Ordini Sacri, no. Ma le donne hanno sempre avuto, direi, la funzione di diaconesse senza essere ordinate, giusto? Le donne sono di grande servizio come donne, non come ministri all'interno dell'ordine». Un chiarimento che ha immediatamente avuto reazioni negative e deluse da parte delle associazioni femminili che da tempo si battono per un riconoscimento in questa direzione.  La questione si trascina irrisolta da decenni (già ai tempi di Paolo VI) ed è stata riproposta con forza da movimenti femminili soprattutto in Germania, negli Stati Uniti e in altri paesi del Nord Europa dove è da tempo in corso un dibattito accesissimo. 

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La Conferenza sull'ordinazione delle donne (WOC) ha manifestato «grande delusione» per l'incapacità di Papa Francesco di riconoscere l'urgenza di affermare la loro piena uguaglianza nella Chiesa. In passato, Francesco si era espresso negativamente sulla possibilità dell'ordinazione al sacerdozio, lasciando però la questione delle diaconesse nelle mani delle commissioni teologiche di studio.

La Chiesa è attualmente nel bel mezzo di un processo di consultazione globale in vista della seconda parte del Sinodo sulla Sinodalità previsto per quest'autunno in cui si dovrebbe riparlare di una equa inclusione femminile in tutti gli aspetti della vita ecclesiale.

Il commento per la WOC è come «un tradimento del progetto sinodale di camminare insieme». Poi ha lanciato un appello a Bergoglio a incontare le donne impegnate su questo fronte, chiedendo anche a vescovi e cardinali delegati al Sinodo «di parlare con coraggio in questo momento».

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Nel frattempo il periodico cattolico Settimana ha annunciato che per la prima volta il mondo ortodosso ha ordinato una donna con il sacramento del diaconato: si tratta di Angelica Molen di Harare, nello Zimbabwe ordinata dal Metropolita Serafim Kyniotis del Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria. «Questo evento storico non sarebbe stato possibile senza l’approvazione e il sostegno del sinodo alessandrino e di sua beatitudine Teodoro patriarca di Alessandria e di tutta l’Africa» si legge. «L’ordinazione della diaconessa Angelica è stata il culmine degli sforzi compiuti in tutto il mondo ortodosso per rinnovare l’antico ordine delle diaconesse nella Chiesa ortodossa, e in particolare per le esigenze specifiche delle parrocchie dello Zimbabwe».

Nella discussione sull'ordinazione delle donne è poi arrivata la voce autorevole del cardinale Jean-Claude Hollerich, una delle figure di spicco al prossimo Sinodo, il quale ha voluto mettere in guardia le donne contro l'eccessiva impazienza. «Se attacchi troppo, non otterrai molto», ha detto in un'intervista al portale Kath.ch. «Devi essere cauto, fare un passo alla volta, e poi forse puoi andare molto lontano». Hollerich non crede che le manifestazioni e le proteste in corso siano il modo giusto per cambiare le cose. Ciò «porterebbe alla polarizzazione e, in definitiva, alla morte della Chiesa». Altrimenti, c'è il pericolo che la questione delle donne sia vista come qualcosa che «i cattolici liberali vogliono far passare». Ci vuole «tatto e pazienza se vuoi soluzioni reali».

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Il cardinale Hollerich essendo su posizioni progressiste vorrebbe ovviamente che le donne si sentissero pienamente uguali nella Chiesa. «Che ciò accada attraverso il sacerdozio o meno è qualcosa che il tempo dirà». L'importante ora è «che alle donne venga data più responsabilità». A suo parere l'ordinazione, in ogni caso, non è l'unico criterio per la parità: «Conosco anche uomini che si sentono chiamati e non sono ammessi all'ordinazione».

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