Daniele Luchetti: "Confidenza, un film sul maschio fragile e prevaricatore"

Daniele Luchetti torna al cinema dopo la fortunata esperienza nel doc "Raffa" con "Confidenza", thriller emotivo tratto dal romanzo di Domenico Starnone. "Elio Germano sapeva dove prendere i toni giusti per il mio professor Vella, maschio perbenista e prevaricatore"

Video
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Aprile 2024, 18:58

La suspence resta e te la porti a casa, dopo aver visto Confidenza, il film che Daniele Luchetti porta al cinema dal 24 aprile. Un professore stimatissimo con un segreto inconfessabile, una confidenza che lo mette in mano al suo amore di una vita: il professor Vella è un Elio Germano ispirato, al suo fianco la bellezza a tratti androgina di Federica Rosellini, e Vittoria Puccini. Pilar Fogliati innesca il giallo sentimentale. Luchetti parla all'Interrogazione della sua lunga traiettoria e degli intenti insiti nel romanzo di Starnone, riletto da lui stesso e Francesco Piccolo. "Volevamo raccontare un maschio prevaricatore costretto spalle al muro: una figura che preferirebbe la propria fine alla fine dell'alone di immagine per bene che lo incornicia come un'aureola. Le donne qui sono più mature. Questo film è un'occasione per riflettere, ma non a caso il senso della storia lo comprendono più facilmente le donne".

Una vita nel cinema a imparare e insegnare, oggi Luchetti insegna regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Dagli inizi con Moretti ai premi che arrivano subito, con Domani Accadrà, e poi il Portaborse che anticipa la Tangentopoli del 1992. Tra i tanti successi alcuni attori feticcio. "Ho imparato col tempo a dirigerli: con Elio Germano, per esempio, sai che quello che vedrai davanti alla cinepresa non sarà rappresentazione ma qualcosa che non t'aspetti e che lui crea. Nel mio percorso mi è sempre piaciuto confrontarmi con i vari Silvio Orlando, Margherita Buy, Moretti". Confidenza segna il ritorno al racconto di finzione, dopo documentari celebrati come Codice Carla, dedicato alla Fracci, e Raffa, sulla Carrà. "Mi piace studiare quei personaggi che racconto e cercare rivelazioni da chi li conosce o ha qualche lato segreto da raccontare".

Prendendo in mano il mappamondo dell'Interrogazione del Messaggero, Luchetti sceglie l'India per il suo viaggio immaginario. "Perché è un luogo che ho mitizzato senza mai riuscire ad andarci e ora un po' temo di affrontarlo un  viaggio lì, quindi non ci andrò". L'ultimo ciak lo dedica a un film davvero singolare al quiale è affezionato. "Cenerentola: a Fregene da bambino mi portavano al cinema a vedere i cartoni animati. Ogni anno Cenerentola mi toccava: con gli altri bambini si faceva casino, eravamo soli in sala. Una volta, però, avemmo il coraggio di andare dietro lo schermo: Cenerentola vista al contrario fu una rivelazione". 

Nella domanda a piacere, una risposta che parla anche con Confidenza. "Un film che rivedo sempre è Io e Annie di Woody Allen, un rapporto di coppia molto più rilassato, nonostante tutto, di quello che raccontiamo in Confidenza. Piuttosto penso a Manhattan: un film come quello con Woody che ha una storia con una minorenne sarebbe impensabile. Oggi quando mostriamo certi film classici qualche giovane rifiuta i modelli culturali di cui quelle opere sono intrise. E questo è sempre un errore: di fronte al Pantheon proviamo meraviglia, ma dietro quella meraviglia c'è sempre il sangue di operai schiavizzati utilizzati per creare opere che oggi consideriamo maestose. In fondo dietro molte cose belle che ammiriamo c'è del sangue versato".

© RIPRODUZIONE RISERVATA