Vaticano, il malcontento dei 4.500 dipendenti: avviata una class action. Nel mirino stress, meritocrazia e abusi di potere

Non esiste un vero e proprio sindacato: proteste (anche) sugli assegni famigliari. Lo stress per il boom di turisti ai Musei Vaticani

Vaticano, il malcontento dei 4.500 dipendenti: avviata una class action. Nel mirino stress, meritocrazia e abusi di potere
di Franca Giansoldati
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Lunedì 13 Maggio 2024, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 10:58

CITTA' DEL VATICANO I 49 custodi dei Musei Vaticani che hanno avviato una class action nei confronti del Governatorato sono solo la punta dell'iceberg del disagio che c'è tra i 4500 dipendenti dello Stato pontificio. Si tratta di un malessere che si trascina e ha a che fare con un welfare familiare zoppicante, aggravato dalla scarsa sensibilità dei capi dei dicasteri verso le richieste dei lavoratori: dagli assegni familiari (non previsti per tutti), alle tutele sanitarie per chi ha figli portatori di handicap con più di 26 anni, agli aggiornamenti dei contratti di settore, fino agli ammortizzatori sociali. Nessuno però vuole sentire parlare di rivendicazioni sindacali. Anzi in Vaticano non esiste nemmeno un sindacato vero e proprio ma solo un'associazione di settore Adlv nata ai tempi di Papa Wojtyla che rappresenta istanze senza alcuno spirito di lotta di classe. Su 4500 dipendenti ne sono iscritti poco più di 500 e il metodo applicato è quello della concertazione, vale a dire mettersi attorno a un tavolo, ascoltarsi e trovare - assieme alle varie amministrazioni - le soluzioni.
Peccato però che nello Stato pontificio le magagne si sono accumulate perché c'è chi fa orecchie da mercante. In curia esiste anche una specie di Tribunale del Lavoro, l'Ulsa, sebbene non abbia standard europei e non brilli certo per trasparenza.

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WELFARE

Fermo restando che l'unica cosa certa è il posto di lavoro (e di questi tempi non è proprio una cosa scontata) per i 49 custodi dei Musei non restava altro che mettersi nelle mani di un avvocato, Laura Sgrò, e avviare la procedura per una conciliazione con i vertici del Governatorato sul riconoscimento dell'aggiornamento delle tabelle degli straordinari, la concertazione per l'assegnazione dei livelli e delle classi di merito, il riconoscimento delle indennità di turno e gli affitti delle case in base al reddito.

In passato anche l'Adlv aveva diretto al cardinale spagnolo Fernando Vergez diverse istanze ma non era mai successo nulla.

 

"I problemi dentro i Musei erano ben presenti. Era però stata risolta la questione del monte ore negativo. Durante la pandemia i Musei erano rimasti chiusi e i dipendenti si trovarono a recuperare le ore" riferisce una fonte interna. Lo stress di chi lavora ai Musei resta però una costante anche per via dei turni serrati a contatto con un numero eccessivo di visitatori in spazi ristretti.
All'Adlv ogni tanto arrivano anche altre lamentele su forme di vessazione, abusi di potere, così come richieste di rivedere i regolamenti generali delle singole categorie. Per esempio quella dei portieri impiegati nei vari stabili dove serpeggia, pure lì, lo scontento.
 

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