Ucraina, Russia distrugge l'Oto Melara M56, il primo pezzo d'artiglieria italiano inviato a Kiev

L'Italia sta facendo la propria parte per sostenere, insieme agli alleati, le forze armate ucraine

Russia, distrutto il primo pezzo d'artiglieria italiano in Ucraina: ecco cos'è l'Oto Melara M56 da 105
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Lunedì 13 Maggio 2024, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 09:26

Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze di Mosca in Ucraina hanno distrutto il primo pezzo di artiglieria italiano, un Oto Melara M56 da 105. Lo riferisce l'agenzia Tass. Era un rischio calcolato: del resto, l'Italia è tra i paesi che dall'inizio del conflitto hanno deciso di fornire pacchetti di aiuti militari a Kiev. Tra questi, anche veicoli, obici, lanciamissili, mitragliatrici, armi leggere: sul fronte c'è infatti un continuo bisogno di rimpiazzare il materiale consumato dai conflitti. L'Italia sta facendo la propria parte per sostenere, insieme agli alleati, le forze armate ucraine nel fronteggiare l'avanzata russa.

 

Cos'è Oto Melara M56 da 105

L'Oto Melara 105 mm M56 è un obice (un pezzo d'artiglieria intermedio fra il cannone e il mortaio) da campo prodotto in Italia dalla società Oto Melara, che è ora parte del gruppo Leonardo.

L'obice M56 è stato progettato principalmente per essere utilizzato dalle forze di fanteria leggera e paracadutiste, offrendo un buon compromesso tra potenza di fuoco e mobilità. L'M56 in questione ha un calibro di 105 mm e pesa circa 1300 kg, una caratteristica che facilita notevolmente il trasporto e la rapidità di spostamento in teatri operativi: la gittata massima raggiungibile è di circa 10.500 metri.

La storia

Entrato in servizio nei primi anni '50, l'M56 è stato utilizzato in numerosi conflitti globali, dimostrando la sua efficacia e affidabilità. Durante la Guerra del Vietnam, per esempio, è stato impiegato con successo dalle forze armate degli Stati Uniti, grazie alla possibilità di dispiegarlo rapidamente in giungle e terreni montuosi. Diversi anni dopo la dismissione l'Esercito Italiano riconsiderò l'adozione del pezzo e intorno al 2016 iniziò la re-immissione in servizio attraverso alcune prove svolte presso il poligono di Monteromano.

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