Droga tra i giovani a Terni: «Mamma mi accompagnava a prendere la coca dal pusher»

Droga tra i giovani a Terni: «Mamma mi accompagnava a prendere la coca dal pusher»
di Nicoletta Gigli
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Sabato 18 Maggio 2024, 11:02

AMELIA «La cocaina mi ha distrutto, mi ha tolto la lucidità. Per un periodo ho approfittato di mia madre, era più comprensiva di mio padre e avrebbe fatto di tutto per me. Non avevo la patente e mi facevo accompagnare da lei con la macchina dal pusher per comprare la droga». Andrea, ternano, ha 26 anni e da quasi due e nella Comunità Incontro per il percorso che gli sta facendo vedere che un'altra vita, lontana dalla dipendenza, è possibile. A Molino Silla è finito dopo che i suoi genitori, stremati nel vedere quel figlio che stava rischiando la vita per la droga, l'hanno denunciato per estorsione. Le sue richieste di denaro erano diventate insostenibili e la madre e il padre hanno capito che non c'era altra via che denunciarlo per tentare di farlo tornare a vivere. La sua testimonianza, insieme a quelle raccontate al Messaggero da Marco e Lorenzo, 19 e 22 anni, impegnati in comunità nel percorso di uscita dalla dipendenza e dalle sostanze che hanno iniziato a provare quando erano poco più che bambini, è la fotografia di un'emergenza inarrestabile. «Avevo 16 anni quando ho fatto la prima canna - racconta Andrea - ma quando ho iniziato ad assumere cocaina la situazione era completamente fuori controllo. Pensavo tutto il giorno solo a quello, sono arrivato a consumare cinque grammi al giorno e per comprarli spendevo dai 200 ai 300 euro. Trovare la cocaina a Terni è semplice - dice - basta avere contatti con l'ambiente e se manca il solito fornitore ce ne sono subito altri pronti a sostituirlo». Andrea, insaziabile nella richiesta di denaro, quando è in preda all'astinenza pretende i soldi dai suoi. Spacca qualche porta in casa, se la prende con gli oggetti che si trova di fronte. Un giorno i genitori, senza più armi, decidono di andare a denunciato per estorsione. Affronta il processo e viene condannato a tre mesi di carcere. Per un periodo viene allontanato da casa e va a dormire da sua nonna, fa un primo ingresso in comunità dopo la denuncia dei suoi genitori che lo fa finire ai domiciliari ma scappa via. «Gli operatori della comunità non mi hanno mai lasciato solo - dice - e sono stati disponibili a riaccogliermi se mi fossi impegnato a cambiare passo». Ora Andrea sta iniziando i reinserimenti socio ambientali familiari e una volta al mese torna a casa: «Ho trovato un lavoro, ho capito gli errori e la sofferenza e ora che mi sento bene l'ultima cosa che penso è andarmi a creare nuovi problemi con la droga. Quando stai bene la vita l'affronti diversamente e non vai di certo a cercare la sostanza». Anche per Andrea, come per gli altri ospiti di Molino Silla, si lavora sulla genitorialità per poter ripristinare un rapporto sano con la famiglia di appartenenza. In questi giorni sono tanti i genitori che stanno chiedendo aiuto alla Comunità: «Dal gruppo di appoggio di Terni ci hanno chiamato q'uindici famiglie - conferma Tania Fontanella, terapeuta dell'equipe multidisciplinare della Comunità Incontro - noi risponderemo a queste famiglie che hanno figli maggiorenni che abusano di sostanze e che chiedono il nostro sostegno».

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