Udinese-Roma, De Rossi: «L'esultanza per la rabbia. Costretti a giocare con Napoli e Bayer riposando meno degli altri»

Il tecnico giallorosso dopo la vittoria all'ultimo secondo a Udine: "Noi lasciati solo"

Udinese-Roma, De Rossi: «L'esultanza per la rabbia. Costretti a giocare con Napoli e Bayer riposando meno degli altri»
di Stefano Carina
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Venerdì 26 Aprile 2024, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:03

dal nostro inviato

UDINE Il meglio lo aveva dato in campo. In quell’esultanza che per una trentina di secondi lo ha riportato calciatore. Daniele De Rossi in mezzo ai suoi ragazzi, divertiti a vederlo saltare come un grillo fino al dischetto del rigore, urlando come un forsennato. Così, quando si presenta in sala stampa, gli restano soltanto gli occhi furbetti, di chi sa di averla combinata grossa. Felice come un bambino ma allo stesso tempo lucido. Perché la gioia, l’esultanza, l’importanza di questi tre punti, non gli fanno dimenticare lo sgarbo ricevuto dalla Lega Calcio: «Una botta di adrenalina così ha valore doppio ma lì ci fermiamo. Tre punti importantissimi ma la nostra frustrazione veniva da altro. Abbiamo partite difficili e ci sentivano in dovere e in diritto di chiedere un aiuto per la gara con il Leverkusen e ci è stato negato. Lo avete capito ma lo ripeto ancora una volta, ci ha dato abbastanza fastidio. Giocare contro i campioni della Bundesliga, squadra imbattuta, con un giorno in meno di riposo, credo sia un precedente unico in Italia. È incredibile che non venga aiutata una squadra in questo senso. Forse ci ha smosso qualcosa, poi il karma a volte si ripresenta con regali succulenti. Prepareremo la partita con il Napoli con due giorni di tempo, di fronte ad una squadra che forse è in ritiro da una settimana. Pochi alibi, ci faremo trovare pronti come contro l’Udinese anche se sono due cose completamente diverse. Saremo comunque all'altezza».

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È come se si fosse tolto un macigno dallo stomaco. Fa un respiro e recupera il sorriso che non lo abbandonerà più. Spiega la formazione iniziale: «La squadra era offensiva ma anche equilibrata. Ho messo Angeliño per la sua qualità nei cross, con Spinazzola dietro ma che si poteva sganciare nel momento opportuno. L'avevamo pensata ancora più offensiva poi ci siamo messi paura della condizione fisica dell'Udinese.

Nei giorni scorsi, parlando con i ragazzi, ho detto scherzando che non avevo idea di cosa dovessi fare, non avevo mai preparato venti minuti di gara. Sapevo che probabilmente giocando con tanti attaccanti magari dopo solo un minuto dovevo fare cambi per dare più equilibrio o magari qualcuno doveva scaldarsi per non giocare solo il recupero. Tutti si sono fatti trovare pronti e disponibili, anche chi sapeva di non giocare. Mi è piaciuta questa esperienza per come è finita».

RITMO RECORD

Ci mancherebbe altro. Daniele non ama i paragoni ma i numeri iniziano ad essere importanti. Con 7 gare in meno di Mourinho ha fatto gli stessi punti (29) e in questo periodo solo l’Inter ha segnato di più della sua Roma (30 a 27). Senza contare che il +4 sull’Atalanta è da custodire gelosamente: «Sì, il successo è importantissimo e lo si è visto da come ho esultato - ride - Di solito sono più composto, anzi mi dispiace aver gioito così proprio a Udine, questa piazza è sempre stata molto amica, nulla contro di loro anzi li abbiamo ringraziati per tutto quello che è successo a fine partita. Però il gol era importante per la classifica e per il morale, per come eravamo arrivati a prepararla la partita. Ha un significato forte di squadra che non ha solo fatto un calcio d'angolo ma ha tirato più volte in porta. Una squadra che vuole qualcosa e se la va a prendere. A volte, poi, serve anche un pizzico di fortuna». L’ultimo pensiero è per l’amico Cannavaro, beffato all’ultimo secondo: «L’arbitro Pairetto ci ha voluto incontrare per chiarire di nuovo tutti i dettagli della partita. Tutti quei dati che non sono usuali. Dopo che abbiamo parlato con lui, io e Fabio siamo rimasti a chiacchierare per 20 minuti anche suo fratello Paolo che era mio compagno di stanza nell’Under 21 e Pinzi, mio fraterno amico. È uno staff che mi fa piacere vedere. Dopo la partita non gli ho detto nulla perché il suo stato d’animo era opposto al mio. L’ho abbracciato e me ne sono andato». Con tre punti pesantissimi in tasca.

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