Gualtieri, minacce social da Tor Bella Monaca: «Mettiti l’antiproiettile». È caccia all'autore del messaggio

Gualtieri, minacce social da Tor Bella Monaca: «Mettiti l’antiproiettile». È caccia all'autore del messaggio
di Alessia Marani
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Martedì 14 Maggio 2024, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 13:36

«Cambia giubbotto mettiti quello antiproiettili». È il post minatorio apparso ieri nei commenti a un video pubblicato su Tik Tok dal sindaco Roberto Gualtieri, relativo alla visita di venerdì scorso a Tor Bella Monaca dove è stato avviato un cantiere di rigenerazione urbana e dove quel giorno era in corso con volontari e carabinieri lo sgombero dei box occupati nelle case popolari. Di fronte alla minaccia il primo cittadino non ha perso tempo e ha presentato denuncia alla polizia di Stato, replicando, sotto lo stesso messaggio, direttamente a chi ha scritto quelle parole: «Ho denunciato questo commento. Non accetto intimidazioni da parte di nessuno. A Tor Bella Monaca andiamo avanti per la legalità e la riqualificazione, con il supporto dei tantissimi cittadini onesti». Non un passo indietro, insomma. Anzi. La lotta per il ripristino delle regole in quest’angolo a Est di Roma è solo all’inizio. Il post arriva quando è ancora forte l’eco dell’ennesimo agguato di sangue, avvenuto sabato sera in via Scozza: 5 colpi di pistola in strada contro un pregiudicato 27enne, salvo per un soffio, nell’eterna faida per la conquista delle piazze di spaccio, tra i “reduci” delle retate e i nuovi emergenti che si fanno largo. Non basta. La stessa mattina del 10 maggio, mentre Gualtieri era a Torbella, nei pressi del municipio erano apparsi manifesti minacciosi a sigla anarchica contro il presidente del VI, Nicola Franco, ritratto come Mussolini a piazzale Loreto, appeso con la testa in giù.

LA PAURA
Qualsiasi intrusione che arrivi a ledere i delicati equilibri del quartiere, stretto nella morsa della malavita organizzata e del racket delle occupazioni, viene visto come fumo negli occhi da chi vuole continuare a coltivare i propri interessi fuorilegge.

Così, il 29 agosto dell’anno scorso mentre Don Antonio Coluccia, il prete anti-spaccio, era impegnato nella sua “passeggiata per la legalità” armato di megafono per parlare ai giovani, un ragazzo ha tentato di investirlo con lo scooter. La scorta sparò per fermarlo. Don Coluccia a Torbella ci è tornato altre volte, senza paura. Il 3 gennaio era in via dell’Archeologia, quando qualcuno ha voluto dare un altro segnale chiaro dando fuoco ai cassonetti. «Ho pregato per lui e l’ho affidato alla Madonna», il commento del religioso. Minacce ne hanno subite l’attivista dell’associazione TorpiùBella, Tiziana Ronzio e la sua famiglia, dal clan Moccia i cui rampolli entrano ed escono dal carcere. Ma qui dove c’è il più alto tasso di arresti domicilari a Roma, sono ancora in tanti ad avere paura.

Intanto, le indagini dovranno chiarire chi si nasconde dietro al profilo di Tik Tok “Enrico.m59” contrassegnato dall’immagine di un leone, che ha postato il messaggio interpretato come una minaccia senza troppi fronzoli dal sindaco e dal suo staff. A prima vista sembra un fake: niente interazioni, nessun utente seguito. «Leone nell’immagine profilo e fai effettivamente il leone da tastiera», ha commentato un altro utente. C’è chi, su Tik Tok, dopo le parole del sindaco, ha minimizzato: «Ma sarà una battuta». Ma anche chi ha esortato Gualtieri: «Devi denunciare anche i 256 like al commento». Il fascicolo, per ora si procede per diffamazione, sarà sottoposto in queste ore alla polizia postale. A Gualtieri è arrivata la più ampia solidarietà dal mondo istituzionale e non. «Sono preoccupanti i continui attacchi ricevuti da esponenti delle istituzioni impegnati per il ripristino della legalità in quartieri difficili - ha detto il governatore del Lazio Francesco Rocca - sono certo non si farà intimidire». Vicinanza è stata espressa anche dalla Segretaria del Pd Elly Schlein: «Sono con lui, e con me tutta la comunità dem, e lo sosteniamo per il grande lavoro che sta facendo nelle periferie. Nessuna minaccia e nessuna intimidazione potranno fermare il suo e il nostro impegno per Roma». Per il ministro per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, «l’odio sui social non risparmia nessuno e continua ad avvelenare questa società. La condanna non basta più, bisogna agire contro chi, trincerandosi dietro uno schermo e una tastiera, continua a istigare alla violenza».

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