Meloni-Schlein in tv, i sondaggisti concordano: «La sfida sposterà uno zero virgola»

Per gli esperti il match mobiliterà chi è già orientato ad andare alle urne. «Ma il ruolo della tv resta centrale»

Elly Schlein e Giorgia Meloni nell’unico incontro avuto finora, lo scorso maggio
di Andrea Bulleri
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Martedì 14 Maggio 2024, 00:46

ROMA La domanda rimbalza da giorni nei quartier generali dei leader. Specie degli esclusi. Quanto acqua può portare il ring televisivo di Porta a Porta ai mulini elettorali di Giorgia Meloni ed Elly Schlein? E quanti voti può sottrarre il duello tra le due leader di Fratelli d’Italia e Pd ai rispettivi compagni di campo, Salvini e Tajani da un lato, Conte dall’altro (ma pure Renzi e Calenda nel mezzo)? Per i sondaggisti, il verdetto è pressoché unanime: per quanta attesa possa aver scatenato il faccia a faccia nelle rispettive tifoserie, l’impatto in quanto a movimenti nelle urne sarà minimo.

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«Il fatto è – argomenta Enzo Risso, direttore scientifico dell’istituto Ipsos – che non siamo più nel 1994, ai tempi della sfida Berlusconi-Occhetto.

All’epoca votava più dell’80% dell’elettorato, e gli occhi erano tutti puntati lì. Mentre l’affluenza che stimiamo alle prossime europee sarà di qualche punto inferiore al 55% di cinque anni fa». Di conseguenza per Risso il match arbitrato da Bruno Vespa «non farà altro che consolidare intenzioni già formate dall’una e dall’altra parte. Se dovessi azzardare una previsione su quanto può smuovere, direi che siamo nell’ordine dello zero virgola». Ancor più netto Carlo Buttaroni di Tecnè. Convinto che il duello del 23 maggio «non sposterà un voto. Ma soddisferà i tifosi di entrambe le leader». Sì, perché i confronti per Buttaroni «fanno presa sulle tifoserie. Che come tali, non cambiano squadra. Per tutti gli altri, invece, le opinioni si formano in un periodo di mesi, in base a molti fattori. A cominciare dalla situazione economica. Difficile far cambiare idea a una quota significativa di elettorato nello spazio di una serata».

IL CASO DI SCUOLA

Eppure un caso di scuola esiste: il colpo di teatro di Berlusconi che, sul finire del faccia a faccia contro Prodi del 2006 (sempre moderato da Vespa), spiazzò tutti con l’annuncio dell’addio all’Ici sulla prima abitazione in caso di vittoria della Casa delle libertà. «Ma in quel caso a essere decisivo non fu l’annuncio in sé, ma la narrazione che ne seguì», replica il presidente di Tecnè. «E poi in quel caso si trattava di elezioni politiche, percepite dagli elettori come a più alto impatto sulla loro vita concreta rispetto alle Europee».

In ogni caso il fattore “annuncio a sorpresa” è una delle variabili che potrebbe ribaltare le carte in tavola. Al pari di eventuali «scivoloni o scambi particolarmente efficaci, in grado di generare un effetto amplificazione», aggiunge Lorenzo Pregliasco di Quorum-Youtrend. Per il quale senza highlights l’unico effetto del duello sarà quello di «rendere più bipolare la partita, mettendo in ombra gli altri leader». Ma senza grandi flussi di consenso, se non un «effetto-mobilitazione su un 4-5% di elettorato già orientato a votare Pd o FdI ma ancora soggetto a possibili cambiamenti». Anche per Antonio Noto la conseguenza più tangibile del faccia a faccia potrebbe essere quella di spingere una porzione di indecisi verso le urne. E non è una prerogativa solo di Schlein-Meloni: «Anche Salvini e Calenda sono personaggi che per le loro doti comunicative attraggono spettatori». In ogni caso, assicura il fondatore di Noto Sondaggi, quel che è certo è che la cara vecchia tv è ancora ben lontana dall’essere surclassata come catalizzatore di attenzione sulla politica. «È la tv, e non il web, il vero luogo forte della creazione dell’attenzione. Anche per il suo effetto passaparola, che farà sì che del confronto si parli anche nei giorni successivi. È il canale prevalente con cui i leader possono crearsi una reputazione. Anche nell’epoca dei social».

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