Superbonus, a rischio 16 miliardi di lavori: caso nel governo. Confermato lo spalma-crediti in 10 anni

Dubbi di Tajani sulla stretta: «Mai consultato». Giorgetti replica: «Faccio gli interessi dell’Italia»

Superbonus, a rischio 16 miliardi di lavori: caso nel governo, parte la trattativa sullo spalma-crediti in dieci anni
di Andrea Bassi
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Sabato 11 Maggio 2024, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 10:43

Il film si ripete. Dopo gli allarmi delle banche e delle imprese, il Superbonus alimenta tensioni tra gli stessi partiti della maggioranza. Era già accaduto alla fine dello scorso anno con gli stessi protagonisti e sullo stesso tema. Da un lato il ministro degli esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani a difesa delle posizioni del mondo delle imprese. Dall’altro il ministro dell’Economia Giorgetti preoccupato della tenuta dei conti pubblici. «Ho qualche perplessità sulla retroattività dell’ultima proposta del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti», ha detto Tajani. E dubbi il ministro degli esteri li ha espressi anche sul passaggio da 4 a 10 anni del periodo per detrarre il costo dei lavori, lamentandosi tra l’altro di non essere «mai stato consultato». Dura la risposta del ministro dell’economia. «Io ho una responsabilità e difendo gli interessi dell'Italia come ministro delle finanze. Chiaro?». Dunque nessun passo indietro. 

I TESTI
L’emendamento del governo è arrivato ieri a tarda sera.

E ha sostanzialmente confermato la stretta. Arriva dunque lo “spalma-bonus” che porta a dieci anni il periodo di fruizione dello sconto. La misura si applicherà tutti i lavori ancora in corso nel 2024, quelli cioè che stanno proseguendo con la nuova aliquota della detrazione scesa nel frattempo dal 110 al 70 per cento. Di quanti lavori si tratta? Secondo i calcoli fatti dall’Ance, l’associazione dei costruttori, sarebbe di almeno 16 miliardi di euro il valore dei cantieri che verrebbero colpiti dalla nuova stretta. Non è l’unica novità. Le banche non potranno più compensare, a partire dal 2025, i crediti del Superbonus con i debiti Inps. Sempre nel 2025 e sempre per le banche scatterà una spalmatura anche dei vecchi crediti che dovranno essere utilizzati in sei anni. Ma questa norma si applicherà solo agli istituti e alle società che hanno comprato i crediti del 110% ad un prezzo inferiore a 75%. Le difficoltà di una retromarcia da parte del Tesoro dipendono anche dalla necessità di garantire l’allineamento del deficit dei prossimi due anni a quello promesso nella Nota di aggiornamento sui conti pubblici. Lo “spalma-bonus” vale due miliardi e mezzo di euro, una correzione dell’indebitamento nel prossimo biennio di oltre un decimo di punto di Pil. 

Ma la misura ha anche un altro scopo: mettere un freno a una nuova spirale di sconti in fattura in grado di appesantire ulteriormente l’onere per le casse dello Stato. Tenere, insomma, la spesa sotto controllo in un frangente in cui stanno per entrare in vigore le nuove regole del Patto europeo. Per capire che il 110 per cento era «uno sfascio della finanza pubblica» non si doveva aspettare la primavera del 2024, ha osservato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, a cui non va giù che si debba «pagare delle tasse in termini retroattivi, senza certezza del diritto». Federcostruzioni prevede invece «danni pesantissimi» per la filiera. Crescono anche le preoccupazioni dei proprietari degli immobili. «L’80% dei condomini ancora coinvolti nei lavori del Superbonus tra alcuni anni avranno una causa o nei confronti delle ditte fallite, o dell’appaltatore o dei revisori dei conti, quando dovranno rendere conto all’Agenzia delle Entrate, che fra qualche anno non farà sconti a nessuno», ha detto il presidente dell’Unione piccoli proprietari immobiliari Fabio Pucci. 

IL PASSAGGIO
Oltre agli emendamenti del governo, altre misure saranno adottate con dei testi che saranno presentati dal relatore Giorgio Salvitti. «Verrà inserito anche un provvedimento che il lavoro della commissione ha portato avanti per rendere i Comuni protagonisti anche nel controllo di eventuali frodi con un ristoro intorno al 50 per cento di quanto individuato», ha spiegato Salvitti. «Ci sarà anche un emendamento presentato da me come relatore, che è una norma interpretativa che definisce l’intervento da parte dell'Agenzia delle entrate ma si rifà allo Statuto del contribuente», ha aggiunto. Con gli emendamenti si attendono anche l’estensione delle deroghe su sconto e cessione per altri territori colpiti da calamità e per il terzo settore, ma con un tetto di spesa. E sarà prevista anche la remissione in bonis per pratiche con errori di trasmissione o di compilazione. 

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