Dopo le parole di Ciro Immobile sono arrivate anche quelle del presidente Lotito in casa Lazio. Se il bomber ha promesso amore eterno ai colori biancocelesti, il patron è tornato a punzecchiare la tifoseria in un momento caldo anche in ottica abbonamenti. Entro il fine settimana infatti il presidente dovrà decidere assieme al marketing i prezzi della nuova campagna che verrà lanciata con lo slogan “Uniti si vince”.
Lazio, Lotito: «Forse ho abituato troppo bene i tifosi»
Un’unione che però Lotito in alcuni casi non favorisce. Presente all’evento di chiusura della campagna elettorale di Fondazione e UdC a piazza del Gesù a Viterbo, il patron è tornato a dire la sua sui tifosi laziali: «Io non sono abituato a vendere sogni, bensì realtà. Penso che i tifosi abbiano ragione per quanto riguarda il punto di vista passionale a dire che la squadra sia un loro patrimonio. Però allo stesso tempo credo che dal punto di vista della gestione non sia così». Poi il paragone con i sostenitori della Roma: «I tifosi laziali sono particolari, forse li ho abituati troppo bene io.
Questo il pensiero del presidente della Lazio che poi racconta un aneddoto con protagonista l’ex portavoce biancoceleste, Arturo Diaconale: «In passato mi sono trovato a Ladispoli con Arturo, che oggi non c’è più. Ricordo che citofonai al primo abbonato e gli dissi che ero il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Lui pensò si trattasse di uno scherzo e quindi chiuse il citofono. Alla terza volta gli ho detto: "Scenda o si affacci, così vedrà che sono davvero io". Loro ovviamente rimasero colpiti dalla cosa, si trattava di una bella famiglia di laziali». Una curiosità seguita da una conclusione riconciliatrice nelle intenzioni: «Per come lo concepisco io, il calcio è come una grande famiglia. E io mi sento il padre di quella dei laziali».