Lo stato vegetativo è considerato irreversibile (permanente) quando si protrae a lungo come nel caso del paziente di questo studio. Ma i ricercatori hanno “riscritto” l'evoluzione di questo stato usando una tecnica di stimolazione (con un pacemaker impiantato da neurochirurghi nel torace del paziente) del nervo vago, già in uso clinico con varie indicazioni tra cui l'epilessia. Dopo un ciclo di stimolazioni l'uomo è uscito dallo stato vegetativo entrando in uno stato minimo di coscienza, con capacità di muovere occhi e testa a comando, seguire un oggetto con lo sguardo, rispondere a stimoli esterni.
Il suo elettroencefalogramma ha cominciato a registrare segni di attività neurale ormai assenti da 15 anni; con la PET, inoltre, gli esperti hanno visto la comparsa di nuove connessioni nervose, segno che il cervello resta plastico anche dopo anni di stato vegetativo. La scienziata si appresta ora a svolgere uno studio analogo su più pazienti per vedere quali e quanti miglioramenti sono possibili con la stimolazione e capire i meccanismi in atto.
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