«Non siamo tutti così, non c’è solo violenza da queste parti». La voce di un genitore davanti alla scuola dove una maestra è stata picchiata dalla moglie di uno Spada è il sentimento che più trapela tra i residenti di piazza Gasparri, il feudo del clan sinti e che, puntualmente, torna alle cronache. Un posto, Ostia Nuova, dove non ci capiti per caso ma devi andarci appositamente. E da queste parti, in poco scelgono di venire. «Le persone perbene ci sono e non mancano di far sentire la propria voce - dice Emanuela del comitato cittadino - qui c’è tanta voglia di riscatto e di non arrendersi davanti alle difficoltà. Gente che si alza all’alba per andare a lavorare e mantenere la famiglia con decoro ed educazione».
LA TESTATA
Il quartiere è lo stesso dove un altro Spada - Roberto - prese a testate e manganellate la troupe Rai. Oggi, la palestra è chiusa. Intorno, il solito degrado che fa capire che qui poco o nulla è cambiato. O cambierà mai. «Il vecchio skate park - racconta Ruggero, seduto a uno dei bar di viale del Sommergibile - è ancora lì, tra carcasse bruciate e ferri arrugginiti. Per anni, ricovero di sbandati e senza fissa dimora. Neanche per l’arrivo del Presidente è stata effettuata una bonifica». Lo Stato continua a fare la sua parte: solo un mese la visita di Sergio Mattarella a testimoniare la presenza delle istituzione in questo quadrante della Capitale. E poi, l’impegno continuo delle forze dell’ordine con i blitz di carabinieri e polizia. I controlli a tappeto, gli elicotteri all’alba, i lampeggianti in strada. «Ostia Nuova non è più il “bunker” impenetrabile che era fino a pochi anni fa. Ma c’è ancora molto da fare». Un quartiere anomalo che quasi non sembra essere una zona della Capitale.
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