Roma, sparatoria a Tor Bella Monaca: ferito capo-piazza. Indagano i carabinieri

Un'ambulanza del 118 lo ha trasportato al Policlinico Tor Vergata, non in pericolo di vita. Il 27enne si salvò nel 2015 da un altro attentato, in passato fu accusato di due omicidi

Uomo ferito da colpi d’arma da fuoco a Tor Bella Monaca: indagano i carabinieri
di Alessia Marani
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Sabato 11 Maggio 2024, 21:56 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 20:55

Agguato sotto casa a Giancarlo Tei, pregiudicato 27enne, ritenuto uno tra i principali capo-piazza Tor Bella Monaca, “ereditata” dal padre Stefano, amico degli albanesi e in affari con i clan più potenti, dai Molisso alle cosche di San Luca. Il giovane ieri sera verso le otto aveva appena parcheggiato la sua auto in via Scozza quando all’improvviso sono stati esplosi almeno due colpi in sua direzione. Uno lo ha centrato su un gluteo, l’altro lo ha ferito di striscio a una coscia. “Lello”, come è soprannominato, si è trascinato fino all’ingresso del palazzo, poi è crollato a terra. Soccorso da un’ambulanza del 118 è stato trasportato al Policlinico Tor Vergata, dove sarà sottoposto dai medici a un intervento per l’estrazione del proiettile. Non corre, comunque, pericolo di vita.

LA RICOSTRUZIONE

Ai carabinieri le sue dichiarazioni non sono state granché utili: «Avevo appena chiuso la macchina, mi sono girato ed ero di spalle quando ho sentito sparare. Non ho visto chi erano, non sono in grado di dire quanti fossero». L’ipotesi è che chi ha premuto il grilletto fosse a bordo di un’auto poi dileguata nel buio. In via Scozza non ci sono telecamere e, manco a dirlo, nessuno ha visto niente. Sull’asfalto non sono rimasti bossoli, segno o che sono caduti all’interno del veicolo oppure che, a fare fuoco sia stata una pistola a tamburo. I carabinieri di Tor Bella Monaca, insieme con i colleghi del Nucleo Investigativo di via In Selci e del reparto Scientifico ieri sono rimasti sul posto per un lungo sopralluogo notturno.

Sulla vicenda indagano i pm dell’Antimafia. Di certo in questo ennesimo fatto di sangue nella Capitale, c’è solo che Tei ha salvato la pelle per la seconda volta. Era già successo nove anni fa: alle 21 di sera del 23 maggio 2015 bussarono alla porta di casa, sempre in via Scozza, lui aprì e in due gli spararono alle gambe. Un regolamento di conti con emissari del clan Cordaro. All’epoca Tei junior venne arrestato dai carabinieri con l’accusa di avere ucciso, ancora 17enne, il coetaneo Federico Caranzetti.

GLI OMICIDI E IL MAROCCHINO

Ma gli elementi di prova non furono ritenuti sufficienti dai giudici e quindi fu rimesso in libertà. Non basta. Poco più  che 13 anni, sfogò la sua rabbia contro un marocchino reo di avere molestato la mamma. Nonostante l’indole violenta, finito di nuovo nei guai per vicende di droga, anche lui come tanti boss che fingono di essere tossicodipendenti, era riuscito a ottenere la misura alternativa al carcere in una comunità di recupero. Insomma, una carriera criminale folgorante che lo avrebbe portato di anno in anno a scalare posizioni nella gestione del narcotraffico a Tor Bella fino a destreggiarsi con una certa spavalderia e a stringere business e accordi con personalità di rango, dal sanguinario boss albanese Elvis Demce, vicino a Fabrizio Piscitelli, Diabolik, al cognato di Peppe Molisso, Guido Cianfrocca, coinvolti nell’omicidio dell’albanese Selvadi Shelaj a Torvaianica.

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