«Daremo scheletro e carne all'invisibile, all'impalpabile, all'imponderabile, all'impercettibile. Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell’universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione, per formare dei complessi plastici che metteremo in moto». Così scrivevano Giacomo Balla e Fortunato Depero nel loro Manifesto per la ricostruzione futurista. Furono fedeli ai loro principi, e ne tennero conto anche nell’arredare le proprie case.
Luca Fiumarella, Head of Marketing Italia #Mastercard: “Siamo orgogliosi di collaborare con @Museo_MAXXI e @SpacePopular per avvicinare le persone alla propria passione per l’arte, anche grazie a ‘Camera Balla’, un viaggio nell’universo futurista” https://t.co/A4IINNwzCI
— MastercardIT (@MastercardIT) June 9, 2021
Il 18 luglio saranno 150 anni dalla nascita del grande artista, scultore, pittore e “parolibero” e, per celebrare la ricorrenza, il Maxxi ha deciso di celebrarlo con una grande mostra, “Dalla casa all’Universo e ritorno”, che prevede anche la riapertura, assolutamente eccezionale e su prenotazione, della leggendaria abitazione di Balla a Roma, in via Oslavia 39 B.
La casa è un vero “progetto totale” fatto di pareti dipinte, mobili e utensili stranissimi e dipinti a mano, che ne fanno una vera opera d’arte a sé stante. Si può dire che non ci sia nulla che non sia stato, in qualche modo, toccato dal suo genio, dalle cravatte nel guardaroba ai soprammobili. Finché vissero le figlie Luce e Elica, che continuarono a vivere in quel caleidoscopio di colori, tutto rimase sostanzialmente inalterato. Negli anni Settanta, arrivò di persona l’avvocato Gianni Agnelli, che voleva a tutti costi comprare la tela “Velocità”, che oggi è all’ingresso del Lingotto.
Balla arrivò a Roma nel 1895, dalla natia Torino, e vi restò praticamente tutta la vita, a parte una parentesi parigina. A lungo, per quella casa di cui avrebbero dovuto occuparsi i beni culturali, si gridò allo scandalo. Per sostenere il mantenimento di quella casa-museo, gli eredi hanno utilizzato i proventi della vendita di serigrafie, di tappeti. Ora, grazie all’interesse delle strutture (e in particolare della Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mic e il contributo della Banca d’Italia, oltre a sponsor privati), il sogno di aprire finalmente al pubblico questo luogo di sogno è diventato realtà. Con l’obiettivo finale, si auspica, di una apertura permanente.