Il caos taxi segna da mesi la vita di Roma: file alle stazioni, soprattutto a Termini, social pieni di foto e video di code infinite, e una trattativa che non ingrana con una categoria che già in passato ha dimostrato di poter mettere in difficoltà l’Amministrazione comunale. E l’Antitrust che, l’altro ieri, ha bacchettato il Comune di Roma (insieme a quelli di Milano e Napoli) perché si sbrighino ad aumentare il numero delle licenze. Da inizio agosto, il Campidoglio ha nominato una Commissione che è «incaricata dell’istruttoria tecnica per la determinazione del nuovo sistema tariffario del servizio taxi». Cifre ufficiali il Comune non ne fornisce ma la trattativa si articola su una specie di scambio: aumento del numero delle licenze contro incremento delle tariffe.
Quanto costano oggi
Oggi, il costo di una corsa in taxi è determinato da alcuni elementi: una “quota fissa” che fa dai 3 euro nell’orario diurno (dalle 6 alle 22) nei giorni feriali, ai 5 euro sempre nell’orario diurno ma nei festivi ai 7 negli orari notturni (dalle 22 alle 6).
La commissione
La tariffa minima però non è l’unico argomento sul quale Comune e sindacati dibattono da agosto. Quando venne istituita la Commissione sulle tariffe, l’assessore alla Mobilità del Campidoglio, Eugenio Patanè, spiegò: «la rimodulazione del sistema tariffario dei taxi può produrre anche un aumento dell’offerta e che è tanto più necessario, dopo ben 12 anni». Ecco, quindi, che si parla anche di un ritocco dei costi di queste tariffe ma, anche qui, cifre non ne vengono ancora fatte. Di sicuro c’è la richiesta di 3 euro aggiuntivi che i sindacati delle auto bianche hanno avanzato, magari anche con un intento provocatorio, nei giorni scorsi: il traffico della città è fuori controllo, quindi la richiesta è di una specie di obolo aggiuntivo. Richiesta respinta dal sindaco Roberto Gualtieri che, invece, apre sulla revisione delle tariffe.
I bandi
Giusto due giorni fa, l’Antitrust ha inviato al Comune «una segnalazione sulle criticità riscontrate nell’erogazione del servizio taxi a danno degli utenti, in termini di qualità ed efficienza del servizio reso». Oggi, nella Capitale, ci sono 7.692 licenze attive su un totale di 7.771 rilasciate, pari a una media di 2,8 taxi ogni mille residenti. Per questo, l’Authority ha chiesto al Campidoglio di «adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda, di cui una significativa parte rimane, a oggi, costantemente insoddisfatta» e di adottare «in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l’assegnazione delle nuove licenze».
I ritocchi
Nella trattativa, se da un lato ci sono i ritocchi alle tariffe, dall’altro c’è la volontà del Comune di aumentare il numero delle licenze: l’idea è di mettere a bando 1.000 nuovi permessi più altri 500 stagionali. Insomma, l’idea è quella di chiudere con una tariffa minima e qualche ritocco dei prezzi dei tassametri ma senza accettare tutte le richieste dei taxi per avere in cambio l’assenso dei sindacati all’aumento del numero delle licenze. Che, però, secondo l’assessore Patanè «potrebbe non bastare a risolvere i problemi visto che il numero dei permessi è solo una parte della questione. L’altra è la distribuzione sul territorio delle auto bianche».