Luciano Di Bacco, l'ultimo saluto al paparazzo gentile. Folla di vip alla Chiesa degli artisti

Grande viavai di amici e colleghi nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, a Roma

Luciano Di Bacco, l'ultimo saluto al paparazzo gentile. Folla di vip alla Chiesa degli artisti
di Lucilla Quaglia
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Lunedì 13 Maggio 2024, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 20:01

In tanti raggiungono la Basilica di Santa Maria in Montesanto per dare l’ultimo saluto al fotografo mondano Luciano Di Bacco. Tra i primi ad arrivare la vedova, Lilli, e l’avvocato Giorgio Assumma con Roberto D’Agostino, che ha voluto fortemente che i funerali si svolgessero presso la chiesa degli artisti di piazza del Popolo, con la moglie Anna Federici. Tra le corone di fiori, quella della famiglia Cavicchia, della storica Taverna Flavia.

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Il funerale

Nel grande viavai di amici e colleghi, tra cui tantissimi fotografi, si riconoscono il direttore dell’Adnkronos Davide Desario che saluta il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Guido D’Ubaldo.

Prendono posto, all’interno della chiesa, Francesco Siciliano, presidente Fondazione Teatro di Roma, Marisela Federici, Guglielmo Giovanelli Marconi e il critico cinematografico Marco Giusti. Più tardi arrivano il maestro Gerardo Di Lella, Francesco Tagliente, Pietro Lepore, la presidente dei Nastri d’Argento Laura Delli Colli, Francesco Siciliano, presidente Fondazione Teatro di Roma, Anna Coliva, Sergio Valente, Fulvio Abbate, Amedeo Goria, Federica Cerasi. Tra i fotografi storici che lo hanno accompagnato in questo ultimo saluto, Rino Barillari, Umberto e Alessandro Pizzi, Ferdinando Mezzelani, Maurizio D’Avanzo e Marcellino Radogna. Ma ci sono anche amici storici come Agostino Vitolo. E ancora Berta Zezza e Irma Capece Minutolo. «Luciano, con il suo mestiere di fotografo, si è impadronito della luce – dice padre Walter Insero, nel corso dell’omelia - e ora ne è padrone. Un uomo dal sorriso sincero, discreto, poneva il suo occhio con delicatezza, prima collaborando con Il Messaggero e poi con Dagospia. Un professionista onesto. Oggi io non devo enfatizzare perché Luciano è stato un uomo perbene al quale abbiamo voluto e vogliamo bene. Un paparazzo gentile. Che raccontava la Roma godereccia anche se era lontano da tutto questo. Amava la sua vita divisa con Lilli, conosciuta nel 1982 e sposata nel 2007. Preferiva un'esistenza semplice. Detestava i pettegolezzi. Ogni uomo lascia il mondo nello stile in cui ha vissuto. Oggi ci consola sapere che la sua anima non è morta».

 

Il ricordo dei colleghi

Commozione. Si riconoscono anche vecchi colleghi del Messaggero come Francesco Marchioni e Giorgio Belleggia. In piedi ecco Fabio Perugia, ex portavoce comunità ebraica di Roma. Tra i banchi, anche Anna Coliva. Qualche lacrima nei saluti finali degli amici. Prende la parola Assumma. «Timido – esordisce l’avvocato - compariva sulla scena senza dare disturbo. Eppure oggi siamo in tanti attoniti e commossi. Forse abbiamo capito che era un’anima bella». E legge un brano della preghiera degli artisti. E’ il turno di D’Agostino. «Grazie di essere venuti - aggiunge il direttore di Dagospia - vivi in modo che il giorno della morte non sia il più triste, diceva Seneca. Tutti i messaggi di conforto che abbiamo ricevuto mettono l’accento su un’immagine lontana dal paparazzo con il flash fra i denti. Non veniva notato. E al momento opportuno scattava la foto. La fotografia racconta il mondo. Luciano aveva lo spirito del voyeurismo. La foto esplora l’animo umano. Amavo chi rubava la vita, non in posa: perché nel casuale si legge la verità. Una foto racconta più di mille parole. Luciano era rispettoso degli altri, che si sentivano sicuri. E arrivava il clic. Quanto ci siamo divertiti. La vita conta come si è vissuta. È lui l’ha fatto». Applausi. «Devo chiedere scusa a Luciano – conclude D’Ubaldo – perché non lo sono andato a trovare come promesso. Magari ci vediamo da Sonia, il ristorante all’Esquilino, mi diceva al telefono. Non so perché non abbia mai fatto la pratica da giornalista». Ancora Applausi. Si esce fuori. C’è anche Giorgio Di Bacco, il cugino arrivato dall’Abruzzo. Poi il carro funebre si dirige verso Prima Porta, per la cremazione. Perché Lilli, di origini Filippine, magari tornerà nella sua Patria. E Luciano seguiterà così, tra cielo e terra, ad esplorare gli eventi.

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