Roma, ladri d’auto armati di pc: la nuova frontiera dei furti. «Ormai assistiamo a una vera escalation di episodi»

Le zone più “gettonate” sono Eur, Salario, San Giovanni, Trionfale, Balduina.

Roma, ladri d’auto armati di pc: la nuova frontiera dei furti. «Ormai assistiamo a una vera escalation di episodi»
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Sabato 18 Maggio 2024, 06:28

L’ultimo, in ordine di tempo, è stato un argentino di 42 anni trovato dai carabinieri la notte di giovedì a “vagare” con tutta l’attrezzatura necessaria fra le auto di via Casperia. I militari si sono insospettiti perché l’uomo camminava come se non avesse una meta. L’ora molto tarda e quello zaino in spalla hanno fatto scattare un dubbio poi rivelatosi fondato. In spalla portava due centraline per auto e un computer con sistema di diagnostica per i veicoli. E dunque? Eccola la nuova frontiera degli scassinatori di auto, soprattutto di grossa cilindrata o con sistemi elettronici incorporati. Archiviate le ben note tecniche (in pochi ancora rompono il finestrino lato guida per salire a bordo e ancora meno quelli che armeggiano per minuti con forbici o taglierini sulla serratura) lo scasso si è evoluto superando anche il 2.0. E così, come aumentano i veicoli dove le componenti elettroniche vanno per la maggiore - non serve avere un veicolo ibrido ma basta il “park assistant” - analogamente i ladri si sono modernizzati imparando a fare leva sulle “falle” tecnologiche.

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IL METODO

C’è un metodo che più di altri e che combacia perfettamente con gli “arnesi” trovati nello zaino dell’argentino garantisce un furto pulito.

Certo, sempre che non si venga sorpresi prima dalle forze dell’ordine. Ed è quello di clonare le chiavi tramite la porta Obd II. Ovvero tramite la diagnostica di bordo che ha la forma di un connettore elettrico solitamente posto al di sotto del volante. A possederlo è la stragrande maggioranza delle auto e serve, in sostanza, per controllare la salute del veicolo e avvisare il guidatore di un’anomalia o di un possibile guasto prima ancora che a mettere le mani sul veicolo sia un meccanico. Ma questo dispositivo, se “intercettato”, di fatto rende la centralina dell’auto completamente vulnerabile e attaccabile. Poco serve avere l’allarme inserito se la centralina, ad esempio, non è “incapsulata”. Al ladro basta avere un “jammer”, che permette di aprire lo sportello senza recare alcun danno oppure utilizzare la tecnica della “candela” per aprire lo sportello facendo leva su un angolo del finestrino. Una volta aperta l’auto, con un pc a cui collegare la centralina, il gioco è pressoché fatto. Il computer di diagnostica infatti si collega all’auto per fornire un’analisi del veicolo ma può essere usato anche per carpire informazioni riservate dello stesso, clonare una chiave o bypassare le centraline di accensione. L’allarme viene facilmente disinnescato e l’auto si mette in moto perché a quel punto il malvivente di turno ha in mano tutti i codici per avviare il motore pur senza avere la chiave fisica. A leggerlo il meccanismo potrebbe sembrare complicato, in verità è un gioco da ragazzi, come racconta più di un meccanico. Diversi esperti convengono: «Per copiare i codici di una vettura e sparire bastano trenta secondi».

I PRECEDENTI

Le forze dell’ordine già prima dell’episodio di via Casperia intercettarono alcune settimane fa una coppia di uomini nella zona di Pineta Sacchetti. Anche loro furono fermati per un controllo e trovati in possesso degli stessi “arnesi” scoperti da ultimo nello zaino dell’argentino. Ovvero un paio di “jammer” oltre che un computer con sistema di diagnostica per auto. «Ormai assistiamo a una vera escalation di episodi», confida un investigatore navigato. Come nel caso dell’argentino, poi denunciato a piede libero per possesso ingiustificato di chiavi alterate e ricettazione, «molti compiono delle vere “ronde” nei quartieri per intercettare auto da rubare seguendo questa tecnica». Le zone più “gettonate” sono Eur, Salario, San Giovanni, Trionfale, Balduina.

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