Toti, le quattro rogatorie sulle spese fatte a Monaco: al vaglio dei pm le vacanze di Signorini pagate da Spinelli

Nell'inchiesta il piano dell'imprenditore per attivare altri contatti con il Ministero

Toti, le quattro rogatorie sulle spese fatte a Monaco: al vaglio dei pm le vacanze di Signorini pagate da Spinelli
di Claudia Guasco, nostra inviata a Genova
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Domenica 12 Maggio 2024, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 10:56

Un tassello dopo l’altro, dall’Autorità portuale alla Regione Liguria, fino ai ministeri romani. È qui che Aldo Spinelli, l’imprenditore che punta ad ampliare il suo impero di terminal e concessioni, stando agli atti cerca sponde di alto livello. E per arrivarci ritiene di avere l’uomo giusto, il presidente del porto Paolo Emilio Signorini: «Tra tre anni, se la diga sarà formata, noi ti mettiamo a Roma con una segretaria in un bell’ufficio. Per i Ministeri, per queste cose qua. Ti facciamo un contratto di 300mila euro all’anno», la promessa intercettata dagli investigatori durante un colloquio tra i due in un bar a fine gennaio 2022. La ventilata garanzia di un posto di lavoro, oltre a denaro contante e fine settimana spesati a Monte Carlo ricostruiti dagli inquirenti tramite quattro rogatorie, sarebbero i benefici ottenuti da Signorini per favorire gli affari di Spinelli al porto.

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IL FILO DIRETTO

Per i pm della Procura di Genova che indagano sul presunto sistema corruttivo che regolerebbe gli affari in Liguria, inchiesta che ha portato a dieci misure di custodia cautelare con il governatore Giovanni Toti tra i destinatari, l’obiettivo di Signorini è «avere un filo diretto con i Ministeri», come sottolineano nella richiesta inviata al gip.

Spinelli, in base alle carte, vuole ottenere il massimo dal piano di sviluppo del porto e in quell’incontro al caffè illustra a Signorini il suo nuovo progetto di movimentazione di scarti siderurgici, ma «manca un parerino, un parere stupido della Regione, che non so chi l’ha. Adesso vado io da Toti», dice. L’imprenditore ha numerosi fronti aperti: la concessione Rinfuse, l’assegnazione dell’area Carbonile e la Calata Concenter «utilizzando i 12 milioni a disposizione dell’ente portuale» per fare «una banchina tutta nuova». Signorini si mostrerebbe disponibile a dare una mano: «Mi sa che una a una te le sistemo, certo la lentezza della Regione...». E l’imprenditore insiste: «Quando vieni a Monte Carlo mettiamo a posto tutto». Signorini, è riportato negli atti, ha beneficiato di 22 soggiorni nel Principato per un totale di 42 notti, collocazione in junior suite vista mare, bottiglia di champagne e vassoio di frutta come benvenuto, massaggi, più regalie alla sua accompagnatrice (una borsa Chanel rosa e un bracciale Cartier) e fiches per giocare al casinò. Per indagare «su soggiorni e servizi extra» fruiti dal presidente dell’Autorità portuale, i magistrati hanno effettuato quattro rogatorie, la prima risale al 7 aprile 2022 e l’ultima è del 14 luglio 2023. Le indagini svolte dalla «Division del police judiciaire» del Principato, riassumono i magistrati, evidenziano che Signorini trascorreva all’Hotel de Paris di Monte Carlo «uno o due soggiorni mensili, il più delle volte accompagnato», e la coppia è a carico del conto «Invitato gioco del signor Aldo Spinelli». Il quale risulta essere un cliente affezionato del casinò, che frequenta dal 1990 beneficiando di un credito anticipato fino a un milione e mezzo di euro. Signorini apprezza e Spinelli ci tiene a fare bella figura. Il 14 aprile 2022 prenota un pranzo in occasione della finale del torneo internazionale di tennis: «Mi raccomando eh... vicino alla tavola del Principe, dove ci mettiamo sempre». L’onnipresenza di Signorini tuttavia infastidisce la compagna di Spinelli e lui al telefono mette in chiaro la natura del rapporto: «È un impegno di lavoro, mica un impegno da niente. Io devo curare le pubbliche relazioni con i clienti importanti che ho». L’interesse dell’uomo d’affari, rimarcano i pm, è «ingraziarsi il presidente dell’Autorità portuale, figura al vertice dell’organismo preposto al rilascio di licenze e concessioni sulle aree demaniali del porto di Genova».

LE DIMISSIONI

Il primo contraccolpo politico dell’inchiesta sono le annunciate dimissioni del capo di gabinetto del governatore Matteo Cozzani, accusato di corruzione con l’aggravante mafiosa. Quanto alla posizione del presidente della Regione Giovanni Toti, «allo stato non c’è alcuna decisione sulle dimissioni, è una valutazione che non è stata ancora fatta. Sarà da fare quando potrà confrontarsi con i suoi collaboratori e le altre forze politiche. Al momento sono solo illazioni strumentali», precisa il suo avvocato Stefano Savi. Toti è ai domiciliari nella sua casa di Ameglia, «è sereno, lavora e studia le carte». Certo, riflette il legale, «queste sono esperienze che lasciano il segno».

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