Sanatoria edilizia, spinta sulla nuova legge della Regione Lazio: «Un piano da 27 milioni»

L'operazione serve a sbloccare 46mila domande ferme dal 2004 negli uffici

Regione Lazio, spinta sulla nuova legge per la sanatoria edilizia: «Un piano da 27 milioni»
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 1 Maggio 2024, 00:39

Già prima dell’estate in Consiglio regionale potrebbe essere approvata la sanatoria edilizia. Un’operazione che riapre i conti con la storia e con una legge del 2003, l’ultimo condono approvato nella storia della Repubblica. Allora fu il governo Berlusconi II a permetterlo. La Regione Lazio era governata sempre dal centrodestra, e fu l’amministrazione Storace ad approvare una legge per restringere le maglie di applicazione della norma nazionale. Oggi, dopo 22 anni, migliaia di domande restano sospese tra gli uffici, con una disposizione locale che fa da cono di bottiglia e non permette di definire tutte le situazioni pendenti.

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L’ITER

Ieri in Commissione Urbanistica la sua presidente - che, tra l’altro, è anche la prima firmataria della proposta di modifica della legge del 2004 - Laura Corrotti (Fratelli d’Italia), ha organizzato una riunione-fiume dove sono stati ascoltati praticamente tutti.

Al tavolo ha partecipato anche Anci Lazio, che ha già dato il suo ok.

Altrettanto hanno fatto gli ordini di geometri, ingegneri e architetti che hanno parlato di una «correzione doverosa che allinea il Lazio alle altre Regioni». Gli enti parco hanno chiesto se devono o meno esprimere il loro parere sulle richieste di concessione in sanatoria. Più dubbiosi i geometri che hanno parlato del rischio di «rilasciare concessioni in zone a rischio idrogeologico».

LE POSIZIONI

All’audizione, anche le associazioni ambientaliste, che hanno invece espresso il loro “no”. Contrarietà anche dal centrosinistra. «Si tratta di un’operazione totalmente sbagliata, un’ingiustizia - tuona il consigliere regionale Massimiliano Valeriani (Partito democratico), ex assessore all’Urbanistica del Campidoglio - I piccoli e medi abusi si possono sanare già oggi con diverse procedure amministrative e non è vero che non si può sistemare una finestra, una porta, un vano di un’abitazione. Con questo provvedimento si sanano altre situazioni. Il provvedimento che si cerca di cancellare è quello voluto dall’amministrazione Storace nel 2004 ed è l’unica cosa che difendo di quel governo. Allora ci fu quel condono sbagliato voluto da Berlusconi e Storace volle fare un atto più stringente per tutelare il delicato patrimonio archeologico di Roma e del Lazio». E tra maggioranza e opposizione è guerra di numeri. Il centrodestra parla di 46mila domande giacenti che potrebbero beneficiare della modifica della proposta di legge del 2004. Ma Valeriani non ci sta: «Non sono quelli i numeri», sottolinea. Per il consigliere Pd «è una follia che si faccia una legge regionale qualche settimana prima di un preannunciato condono nazionale».

Rimanda al mittente tutte le accuse la consigliera Corrotti, mamma della proposta di legge. «Contiamo di arrivare prima dell’estate, al massimo entro giugno, all’approvazione della pdl in Consiglio regionale - dice - Lunedì abbiamo avviato i lavori in Commissione Urbanistica, per un’audizione in cui abbiamo invitato tutti». Il cronoprogramma è praticamente definito, tanto che «a fine maggio si concluderà il termine per la presentazione degli emendamenti». E poi si andrà in Aula per l’ok definitivo.

«Non realizziamo un nuovo condono ma diamo la possibilità di riaprire i termini della legge nazionale per tutti quegli immobili che si trovano nelle zone in cui poi sono sopraggiunti vincoli paesaggistici - prosegue Corrotti - Nel frattempo, però, tutte queste persone hanno pagato gli oneri ai Comuni: somme per pratiche che, se non concluse, dovrebbero essere restituite».

«Approfondiremo su come integrare le riflessioni giunte durante l'audizione per andare incontro a decine di migliaia di famiglie che potranno vedersi almeno esprimere in merito alla loro pratica, oltre a dare così ai Comuni stessi un valido strumento di semplificazione», conclude la consigliera regionale che ha presentato la proposta di legge.

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