Tribunale Cassino, scatta l’allarme. Il presidente Lucio Aschettino: «Mancano cinque giudici»

A tre mesi dall’insediamento, la nuova rotta per l’ufficio giudiziario e nuova collaborazione con l'Università

Tribunale Cassino, scatta l’allarme. Il presidente Lucio Aschettino: «Mancano cinque giudici»
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 14 Maggio 2024, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 10:04

Strutturare e ripensare il rapporto con l'Università, colmare, il più possibile, la carenza di magistrati, ampliare la pianta organica assottigliando la frammentazione dell'ufficio giudiziario. Il giudice Lucio Aschettino è alla guida del tribunale di Cassino - l'ufficio giudiziario “cerniera” tra Lazio e Campania - da poco più di tre mesi, ma ha ben fissati gli obiettivi sui quali lavorare.

Presidente Aschettino, si è insediato a Cassino il 30 gennaio scorso: che ufficio giudiziario ha trovato?

«Ottima impressione dei colleghi e del personale amministrativo.

Per il resto, come tutti gli uffici medio-piccoli, il tribunale di Cassino soffre del turnover frequente dei magistrati che tendono ad avvicinarsi alle sedi di appartenenza. A questo si aggiunge, con l'età media dei magistrati bassa, l'assenza per maternità. Tutto questo deve essere affrontato con una organizzazione attenta alle sostituzioni per limitare al minimo i disagi dei trasferimenti e delle maternità. Su questo versante mi sto interessando per garantire un sistema fluido delle sostituzioni. Il personale amministrativo, al netto delle carenze, è consolidato, conosce bene il sistema e i meccanismi».

I giudici onorari, con la Riforma, sono stati stabilizzati. Che ruolo avranno?

«Credo ci sia da lavorare sui giudici onorari. Bisogna adeguare i moduli organizzativi dell'ufficio alla loro stabilizzazione operata dal legislatore, con modelli d'impiego più incisivi, ai quali verranno affidati, in maniera strutturata, ruoli più impegnativi. Al momento nel settore penale abbiamo 5 Got su 6; al civile 8 su 11».

Il numero dei giudici in servizio è sufficiente a dare risposte al territorio?

«No. I giudici togati, attualmente in servizio sono 20 su 25. Ne mancano cinque: tre per vacanza e due per maternità, per una scopertura totale del 20 percento. Abbiamo chiesto al Csm applicazioni extra distrettuali per far fronte a questa carenza. Ci auguriamo che nel prossimo bollettino dei trasferimenti vengano messi a concorso i posti scoperti. L'aspetto più preoccupante è il trasferimento imminente dell'unico presidente della sezione civile, Massimo Pignata, che andrà a Napoli. E' stata aperta la procedura, ma i tempi di nomina sono lunghi e questo mi preoccupa, per questo chiederò al presidente della Quinta Commissione del Csm, la trattazione prioritaria».

Quindi il problema di fondo è la pianta organica?

«Esattamente. Il vero problema è nella pianta organica, dopo la riforma del 2012, c'è stato un progressivo aumento, fino a 25 giudici, ma questo, evidentemente, non è sufficiente alla nuova giurisdizione che abbraccia una fascia costiera, il sud pontino, sulla quale insistono attività commerciali forti che trasmettono controversi civili. E dove, come le cronache ci raccontano, ci sono fenomeni d'infiltrazioni criminali che si affiancano alla microcriminalità locale. A questo ampliamento non ha fatto seguito un adeguamento della pianta organica. Questo ci crea una situazione di forte difficoltà e su questo fronte è in corso una corrispondenza con il Ministero, anche se credo sia difficile ottenere adeguamenti solo per Cassino. Chiederemo, quindi, al Csm un'attenta copertura delle sostituzioni per lavorare a pieno organico».

Oggi il tribunale di Cassino lavora su tre sedi, ci saranno accorpamenti?

«L'attività amministrativa dell'ufficio giudiziario è penalizzata dall'esistenza di tre plessi, anche da prima del mio arrivo si stava immaginando di accorpare almeno due di questi tre plessi: la sede di via Tasso con la sede di Via San Marco. C'è una interlocuzione in corso con il Comune e il Provveditorato alle opere pubbliche, per far si che questa opzione si realizzi, questa sede ci toglierebbe anche un altro problema legato ai parcheggi pubblici per i dipendenti che oggi sono insufficienti».

C'è stato il confronto con gli Avvocati?

«Ho registrato un rapporto con l'avvocatura, Consiglio dell'ordine e Camera penale, davvero fluido. Abbiamo già immaginato iniziative con un spirito di serenità e collaborazione che dovrebbe essere invidiato da tutti gli uffici giudiziari».

E con l'Università?

«Con l'università va implementato il rapporto di collaborazione. Ci sono forme di collaborazione che possono essere utili, sia per la formazione degli studenti sia per l'ausilio al tribunale. Penso agli stage che sarebbero anche in linea con le nuove norme per il reclutamento dei magistrati. In passato questo aspetto non è stato messo nell'agenda del tribunale, ma ora intendo portarlo avanti. Abbiamo un'iniziativa per le conferenze in carcere, ma credo che si debba strutturare il rapporto fra tribunale e università».

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